“Escludo un appoggio esterno al governo in caso di rottura nel modo più categorico. Se ci vogliono ci stiamo con le nostre idee. Se non ci vogliono facciano da soli. L’appoggio esterno è una finezza da intenditori, una roba da appassionati della prima repubblica: oggi a Palazzo Chigi va di moda la comunicazione da Grande Fratello non una raffinata mossa come l’appoggio esterno. In caso di rottura noi andiamo all’opposizione”. Lo dice Matteo Renzi al ‘Sole 24 ore’, parlando delle tensioni in maggioranza sul Recovery plan.
“Non temo” che sbuchino eventuali ‘responsabili’ a sostegno del Conte II, “se avvenisse sarebbe perfettamente legittimo. Si chiama democrazia parlamentare. E non è un atto di gentilezza di Conte andare in Parlamento: è una esplicita previsione costituzionale. Se però al Parlamento va bene sprecare 300 miliardi di euro in bonus e sussidi, facciano pure: noi andremo all’opposizione”, prosegue il leader di Italia Vita.
Renzi, tra l’altro, parla anche del no del premier alla delega sui Servizi: “L’insistenza con cui Conte difende una cosa che né Monti, né Berlusconi, né Prodi e né io abbiamo fatto è incomprensibile e comincia a diventare sospetta. Più il premier insiste più sarà importante capire perché non intende avvalersi di una professionalità specifica”.
L’ex premier sembra orientato alla crisi di Governo come mai finora. Ha seguito con attenzione la conferenza stampa di fine anno del presidente del Consiglio e ha segnato quel “stop agli ultimatum” con annesso appuntamento parlamentare, la conferma del no al Mes e alla cessione della delega sui servizi segreti sono argomenti sufficienti per sancire un sostanziale stallo della trattativa. A confermarlo ci sarebbe anche il retroscena pubblicato da La Stampa che in un articolo a firma Carlo Bertini pubblica dichiarazioni esplosive pronunciate – si dice – dal leader di Italia Viva ai suoi. “Conte non ha capito che io non ho niente da perdere, non sono come Salvini che si giocava il Viminale. Se perdiamo in aula, a lui tocca governare con una maggioranza debole, un’agonia. E noi dall’opposizione recuperiamo voti. Se vinciamo, lui perde e se ne va a casa”, avrebbe detto Renzi.
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