Renzi parla di governo “con o senza Conte”, Franceschini: “No, questo è l’ultimo della legislatura”
Non si sono fatte attendere le reazioni all’intervista rilasciata dal leader di Italia Viva Matteo Renzi, al Messaggero ha parlato della possibilità che il governo vada avanti “con e senza” Giuseppe Conte. La legislatura arriverà a scadenza naturale, se con Conte presidente del Consiglio, “dipende da come funziona il governo”, ha affermato il senatore fiorentino.
Dario Franceschini, capo delegazione del Partito Democratico al governo, su Twitter ha chiarito: “Repetita iuvant: il Governo Conte è l’ultimo di questa legislatura. Chi lo indebolisce con fibrillazioni, allusioni, retroscena di palazzo, fa il gioco della destra. Forse sarebbe ora di smetterla”.
Pd e M5S blindano Conte
In altre parole il governo sta blindando Conte. Anche il M5S, in un post su Facebook, ha commentato la posizione di Renzi a difesa del premier. “Lo vogliamo dire chiaramente – ha affermato il Movimento -: non esiste futuro per questa legislatura se qualcuno prova a mettere in discussione il presidente Conte con giochini di palazzo, immaginando scenari futuri decisamente fantasiosi. Lo stesso vale anche se si continua a indebolire quest’Esecutivo attraverso messaggi che fanno male al Paese e che lo mettono continuamente in fibrillazione”.
E ancora: “Ogni tanto ci ritroviamo a leggere interviste o retroscena che trasmettono agli italiani un messaggio ambiguo. Che ricorda tanto la Prima Repubblica. I giochini di palazzo, appartenenti alla vecchia politica, non possono appartenere a questo governo. E se qualcuno ha strane intenzioni deve sapere che non avrà mai il supporto del Movimento”.
I numeri della manovra
Lo scontro renziani-giallorossi sul nome di Conte arriva nel giorno dei numeri della manovra economica 2020. Oggi è stata resa nota la relazione tecnica che accompagna il disegno di legge di Bilancio per il prossimo anno.
Dalla tabella finale di sintesi della legge bollinata dalla Ragioneria, nella quale sono indicati gli effetti complessivi delle misure ai fini dell’indebitamento netto, emerge che la manovra farà ricorso ad un maggior deficit per un valore di 16,3 miliardi di euro nel 2020, di 12,7 miliardi nel 2021 e 10,5 miliardi nel 2022.
L’impatto è leggermente superiore a quanto stimato con il Draft Budgetari Plan che non superava i 16 miliardi. Le altre misure della manovra, che il governo aveva stimato valere sui 30 miliardi, hanno invece una copertura ‘interna’.
Il mantenimento al 10 per cento della cedolare secca sugli affitti a canone concordato determinerà per lo Stato una perdita di gettito di 200 milioni di euro nel 2020, di 223 milioni nel 2021 e di 212 milioni nel 2022.
I 3 miliardi e 175 milioni per il rinnovo del contratto degli statali, che entrerà a regime nel 2021, corrispondono ad aumenti in busta paga del 3,5 per cento. Il rinnovo per il settore non statale, compresi Comuni ed enti locali, vale invece 2,53 miliardi, sempre a regime, di cui dovranno farsi carico i bilanci dei territori. La somma totale per il rinnovo di tutto il pubblico impiego, quasi 3,3 milioni di dipendenti, ammonta così a 5,7 miliardi di euro. Il rialzo del 3,5 per cento vale anche per la sanità.
La stretta sul forfait al 15 per cento per le Partite Iva vale infine 894 milioni nel 2021 e 568 milioni nel 2022.
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