Alessandro Melicchio, deputato cosentino del Movimento 5 Stelle e componente della commissione cultura della Camera dei deputati, interviene nella querelle riguardante i rapporti del senatore Matteo Renzi con l’Arabia Saudita, lanciando un monito a difesa della libertà di stampa ed esprimendo vicinanza a TPI, a cui il leader di Italia Viva ha annunciato di voler fare causa.
Onorevole Melicchio, cosa pensa dei rapporti di Matteo Renzi con Bin Salman?
Ho timore che questa vicenda di Renzi in Arabia Saudita stia passando da questione di mera opportunità politica ad una seria questione di interesse nazionale. Perché tutta questa segretezza su questo nuovo viaggio a Dubai del leader di Italia Viva? Cosa si sta nascondendo agli italiani? Questa non è una questione di poco conto come Renzi, in maniera ridicola e pretestuosa, vuole farla apparire. Parliamo pur sempre di un ex presidente del Consiglio dei ministri e senatore della Repubblica in carica.
Cosa la stupisce di più?
Innanzitutto mi stupisce l’antinomia data dal fatto che mentre a tutti i cittadini italiani è impedito di spostarsi da regione a regione per vedere i propri cari, ad un senatore è permesso continuare a fare viaggi tra gli sceicchi, non certo per motivi di assoluta urgenza, anzi, per motivi tutti da chiarire.
E voglio sperare che stavolta rispetti la legge e si sottoponga ad isolamento fiduciario e sorveglianza sanitaria, al suo ritorno. La questione si fa poi gravissima in merito alla concezione di libertà di stampa che Renzi sta dimostrando, considerando che i pochissimi giornalisti che osano fare delle domande o semplicemente riportare la verità sui suoi spostamenti, vengono minacciati di querela.
Dobbiamo porcelo il problema o dobbiamo dire che va bene così, visto cosa è successo a Kashoggi, il giornalista che aveva criticato il regime saudita e che è finito ucciso e smembrato nel 2018? Quindi, solidarietà a TPI e a tutte le testate che subiscono pressioni giudiziarie al fine di veder compressi gli spazi di libertà di informazione in Italia.
È normale che un senatore quereli i giornali che pongono domande sui suoi rapporti con Stati esteri?
Suvvia, quanta malizia, può darsi che Renzi sia a Dubai in vacanza, del resto alloggia in una suite sul mare in un hotel a forma di vela gigante su un’isola privata, il lussuosissimo Burj Al Arab Jumerah, al costo di 1.500 euro a notte. Però non si capisce, nel caso, il perché voler nascondere l’aver avuto bisogno di un periodo di relax, fisiologico dopo aver causato deliberatamente una crisi di governo nel nostro Paese.
Certo, c’è da chiedersi se il conto dell’albergo verrà pagato da fondi legati a stati esteri, ma è un’altra storia. Renzi, però, ancora non ha chiarito, se non a se stesso quando si è autointervistato, il senso della sua partecipazione all’evento del Future Investment Initiative con Bin Salman che secondo i servizi segreti americani è il mandante di un omicidio politico, nei confronti del quale si è prodotto in un’indecente opera di lecchinaggio.
Oltre lei, tutto il M5S sui rapporti di Renzi con l’Arabia Saudita è stato molto critico…
Come Movimento 5 Stelle avevamo posto 5 domande a Renzi, che sono ancora in attesa di risposta. Dopo aver conosciuto i contenuti del report degli USA di Biden sull’omicidio del giornalista Khashoggi, conferma i suoi giudizi sul principe saudita? Approva le condizioni di donne, omosessuali, oppositori politici in Arabia Saudita? Quanto riceve dalla Fondazione Future investment iniziative e per fare cosa?
È quello l’unico rapporto con enti o soggetti in qualche modo legati allo Stato saudita? Ha parlato di Nuovo Rinascimento in Arabia Saudita, è disposto a chiedere scusa all’Italia? Se il senatore “semplice” di Scandicci vorrà rispondere a questi quesiti al posto di minare la libertà di stampa minacciando querele, gliene sarà grato il Paese.
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