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    Crisi di Governo, Renzi: “Salvini è in minoranza, serve un governo istituzionale per bloccare l’aumento dell’Iva”

    Matteo Renzi Credit: Ansa

    L'ex premier si esprime pubblicamente dopo l'annuncio del divorzio dal Pd

    Di Veronica Di Benedetto Montaccini
    Pubblicato il 13 Ago. 2019 alle 15:30 Aggiornato il 13 Ago. 2019 alle 18:33

    Renzi in conferenza stampa lancia l’appello per un governo istituzionale

    Matteo Renzi in conferenza stampa sulla crisi di governo. L’ex premier martedì 13 agosto è a Roma per il voto sulla calendarizzazione della sfiducia al premier Conte in Senato. Prima della votazione, il senatore Pd ha tenuto una conferenza per illustrare la sua posizione sul “governo istituzionale” e per spiegare la possibile scissione del Partito Democratico. La diretta è iniziata alle 16.40.

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    La diretta della conferenza di Renzi sulla crisi di governo

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    “Per il rispetto che si deve alla stampa sarà una conferenza in cui si lascerà spazio alle domande”, esordisce Renzi.

    “Siamo di fronte a un fatto clamoroso. È la prima volta che siamo davanti a un crisi di ferragosto, è la prima volta che c’è un clima d’odio generalizzato”, prosegue Renzi.

    Renzi ha detto di parlare da ex presidente del Consiglio e non da senatore Pd. “Sento il bisogno di lanciare un appello a tutte le forze politiche”, dice il dem, “L’occasione è il voto sul calendario che si terrà alle 18”.

    Renzi parte dal presupposto che il ministro dell’interno è in minoranza in questo parlamento.

    “Se l’Iva arriva al 25 per cento è sicura la recessione. Bisogna dirlo con forza”, dice Renzi introducendo il suo appello.

    “Le forze politiche responsabili devono bloccare l’aumento dell’Iva”, chiede l’ex premier.

    “Il governo del cambiamento ha fallito”, ha detto l’ex premier, che sostiene che Salvini non è più invincibile. “Nei sondaggi è evidente che la sua fama di uomo invincibile sta precipitando. Sarebbe facile dire che il tempo è galantuomo, o che noi ve lo avevamo detto. Ma voglio rivolgere un appello, che mi costa molto dal punto di vista umano. Ma se sei un uomo delle istituzioni, viene prima il paese delle ripicchine”.

    “Io non darò alibi a nessuno per fare saltare l’accordo che il tabellone di Palazzo Madama mostrerà stasera essere possibile. Contro la deriva del Papeete c’è la democrazia parlamentare”, dice Renzi.

    L’idea di Renzi è un governo istituzionale e no tax, che abbia come principali temi un piano periferie, un piano scuola, un piano contro il dissesto idrogeologico e un piano per l’Europa.

    Renzi chiede a Salvini di dimettersi, sottolineando che per dimettersi ci voglia tanto coraggio. “Torni ai suoi mojito. In Italia è arrivata l’ora di una nuova pagina”.

    L’Italia non può andare al voto prima della riforma costituzionale e della messa in sicurezza dei conti, dice.

    Secondo Renzi il governo istituzionale non avrebbe l’effetto, come temono molti, di aumentare il consenso di Salvini.

    Ai giornalisti che gli chiedono perché l’anno scorso l’idea di un governo con i M5s era stato sonoramente bocciato, Renzi risponde che le condizioni erano diametralmente opposte. “È tutta un’altra storia rispetto a 18 mesi fa”, ha detto, sottolineando che evitare l’aumento dell’Iva e la recessione sono le urgenze.

    Durante la conferenza stampa, Renzi ha citato la riforma costituzionale sul taglio dei parlamentari, dicendo che la sua linea è che si possa discutere sulla questione.

    Un commento anche sulla figura di Giuseppe Conte: “Uno dei presidenti del Consiglio più insignificanti della storia repubblicana”.

    “Non avrei disturbato la stampa se non avessi avuto una preoccupazione per il paese”, ha sottolineato Renzi, dicendo di avere a cuore il paese e non solo il Pd.

    Cosa succederebbe se il Pd scegliesse una via diversa da quella proposta di Renzi del governo istituzionale? Secondo l’ex premier c’è apertura nel Pd all’idea di non andare al voto subito. “Se non si va rapidamente al voto è perché c’è bisogno di un progetto del paese, che passa per il blocco dell’aumento dell’Iva. Io ho dato la mia disponibilità al taglio dei parlamentari”, dice Renzi.

    E il Pd? chiedono i giornalisti. E Renzi risponde: “La gravità del momento istituzionale non permette di ridurla a dibattito interno alle correnti del Pd, delle quali ho peraltro perso il conto”.

    Il Pd spaccato tra Zingaretti e Renzi

    Finora, dopo la crisi aperta da Salvini, Zingaretti e Renzi hanno indicato due linee diverse da seguire per il Pd. Il segretario chiede, dopo la spaccatura della maggioranza di governo M5S-Lega, di tornare subito al voto, di ridare la parola agli elettori. Renzi chiede un governo di larghe intese.

    Zingaretti domenica 11 agosto, ha ribadito le sue perplessità. “Siamo tutti coscienti del pericolo che rappresenta Salvini e del rischio di una deriva plebiscitaria, ma fare un governo che rimette a posto i conti e poi votare ho dubbi sia la soluzione giusta, il pericolo crescerebbe”, ha affermato il governatore del Lazio.

    “Votare subito è folle”, ha detto Renzi in un’intervista al Corriere della Sera. “Ci vuole un governo istituzionale che permetta agli italiani di votare il referendum sulla riduzione dei parlamentari, che eviti l’aumento dell’Iva, che gestisca le elezioni senza strumentalizzazioni”. La sfida è aperta.

    Il nuovo progetto “Azione Civile”

    A pochi giorni dall’apertura della crisi di governo circolano con insistenza voci della nascita di un nuovo gruppo parlamentare, nuovo movimento politico, nuovo partito di Matteo Renzi: Azione Civile. L’iniziativa dell’ex premier ed ex segretario Pd viene raccontata oggi, lunedì 12 agosto 2019, dai quotidiani nazionali.

    La nascita di Azione Civile in Parlamento sarebbe il primo passo ufficiale verso la formazione di un nuovo partito di Renzi, di cui si vocifera da diversi mesi.

    L’ex presidente del Consiglio avrebbe già detto ai suoi fedelissimi di tenersi pronti ad una scossa. In caso di nuove elezioni politiche, di voto anticipato, dovrebbe poi nascere una formazione vera e propria, con una sua lista pronta a giocare in proprio la partita elettorale.

    Per quanto riguarda i numeri di Azione Civile, si ipotizza che Renzi possa strappare ai gruppi Pd grossomodo la metà dei parlamentari, circa 50 deputati e 25 senatori. Ma Zingaretti crede che la pattuglia sarà meno numerosa.

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