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    Renzi e Calenda litigano, “salta” il partito unico del Terzo Polo: “Posizioni inconciliabili”

    Di Massimiliano Cassano
    Pubblicato il 11 Apr. 2023 alle 15:18

    “Posizioni ormai inconciliabili” tra Matteo Renzi e Carlo Calenda: il partito unico del Terzo Polo, l’ipotetica fusione tra Azione e Italia Viva, è naufragato ancor prima di nascere. Non ci sarà alcun congresso il 10 giugno, come auspicato dai fedelissimi dell’ex premier, che hanno replicato ai dubbi dei dirigenti di Azione, fatti trapelare in anonimato alla stampa. “Facciamo il congresso e in quella sede discutiamo di tutto. Nei partiti democratici si fa così. Chi ha paura della democrazia?”, afferma l’ex ministra Teresa Bellanova, dirigente di Italia Viva.

    All’Ansa uno dei vertici del partito di Calenda aveva parlato di “misura colma” sul progetto di fusione: “Dopo mesi di tatticismi da parte di Renzi sul partito unico, e le sue assenze dalle attività del Terzo Polo per occuparsi di affari privati, a cui da ultimo si è aggiunto Il Riformista, la pazienza del gruppo dirigente di Azione si è esaurita. In settimana si capirà se questo nodo si potrà sciogliere. Se così non sarà il partito unico non potrà nascere”. Ed è andata a finire esattamente così. Il casus belli sarebbe stata la decisione di Renzi di sostituire Ettore Rosato dalla guida di Italia Viva, “per controllarne direttamente i soldi e la struttura”. “Calenda – sostiene la fonte – ritiene inaccettabile questo atteggiamento in quanto contrario agli impegni presi con gli elettori”.

    I due portavoce nazionali di Italia Viva, Alessia Cappello e Ciro Buonajuto, hanno diramato un comunicato contro i malumori del calendiani: “Non c’è nessun tatticismo di Italia Viva. Abbiamo deciso di fare un congresso democratico in cui ci si confronti a viso aperto e non con le veline anonime. Ci sono le date già fissate, ci sono le regole decise da Calenda comprese quelle sul tesseramento, ci sono i gruppi di lavoro con i nomi già decisi, c’è il comitato politico. Noi siamo pronti al congresso che Calenda ha chiesto di fare. E ci mettiamo nome e cognome. C’è qualcuno che cambia idea una volta al giorno, ma quel qualcuno non siamo noi. Quanto a Renzi: gli è stato chiesto di fare un passo indietro, lo ha fatto. Adesso possiamo fare il congresso democratico anziché inviare veline anonime?”.

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