Non è un mistero che lo sfidante di Zingaretti, quando sarà indetto il congresso, sarà Stefano Bonaccini. Spinto dalla corrente degli ex renziani di Base Riformista (che malignamente al Nazareno chiamano la mozione “Torna a Casa Matteo”), il presidente della Regione Emilia-Romagna conta di essere il prossimo segretario del Pd.
Oggi nel Pd fa discutere il suo tweet in cui afferma di “non mollare, perché è in arrivo la terza ondata del Covid”. “Ma come – gli fa subito eco un parlamentare dem emiliano – proprio ieri Bonaccini si era messo sulla scia di Salvini e voleva riaprire i ristoranti la sera? Oggi ricambia linea?”.
Veleni che oramai infestano il Pd, da quando Zingaretti ha deciso di non rimanere più fermo a prendere quotidianamente i colpi dei suoi avversari interni.
Ieri, alla Direzione del Pd convocata sulle donne, è andata in onda una discussione infinita, che continuerà il prossimo lunedì. La corrente di Base Riformista ha attaccato il vicesegretario Orlando che non vuole dimettersi dalla carica nonostante sia stato fatto ministro.
Però in Direzione i big della corrente hanno taciuto. “Mandano avanti i pesci piccoli per vedere l’effetto che fa e loro stanno dietro a godersi lo spettacolo”, spiega un dirigente dem.
E intanto Zingaretti vuole aprire ai Cinque Stelle la sua giunta in Regione Lazio dopo che la sua assessora al Bilancio, Alessandra Sartore, è stata nominata sottosegretaria al Mef.
“Vedrete che quelli di Base Riformista avranno da ridire anche su questo. Loro sognano di stare soli e perdenti come ai tempi di Renzi”, rispondono dalla mozione Zingaretti.
Insomma, la guerra nel Pd è solo all’inizio. E “che vinca il migliore”, possibilmente senza far girare troppe fake news, tipo quella di ieri che dava Zingaretti ad un passo dalle dimissioni.
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