Mentre in Italia si apriva una crisi di governo che lui stesso ha innescato, il leader di Italia Viva Matteo Renzi era in Arabia Saudita per partecipare a una conferenza sull’innovazione. Lo rivela in esclusiva il quotidiano Domani. Alla notizia delle dimissioni del premier Conte, Renzi – si legge nell’articolo di Emiliano Fittipaldi – “è dovuto tornare in fretta e furia a Roma per le consultazioni”.
Da quanto si apprende, il leader di Italia Viva aveva avvertito i suoi fedelissimi tre giorni fa: “Sto tutta la settimana fuori per cose importanti, torno solo al volo se bisogna votare la relazione sulla giustizia di Alfonso Bonafede”.
Renzi avrebbe abbandonato Riad nella notte per tornare a Roma: un cambio di programma per il senatore che in Arabia Saudita indossava vesti ben più importanti di quelle del semplice conferenziere. “Il programma prevedeva che Renzi presenziasse a una conferenza organizzata dall’FII Institute, un organismo controllato dal fondo sovrano saudita, il Saudi public investment Fund (Pif). Un meeting sul tema degli investimenti innovativi necessari al mondo post-Covid 19, previsto per domani e dopodomani, 27 e il 28 gennaio. Appuntamento a cui Renzi doveva partecipare in presenza perché da qualche mese non è più un semplice conferenziere, ma siede, appunto, in uno degli advisory board (sorta di comitato consultivo) dell’ente di Stato”, riporta Domani.
Nonostante il rientro anticipato, Renzi potrà comunque prendere parte alla conferenza saudita, collegandosi semplicemente da remoto. La partecipazione del senatore toscano alle conferenze saudite – secondo quanto riporta Domani – deve essere sempre garantita (in presenza o da remoto) e assicura a Renzi un gettone di circa 80mila dollari l’anno.
Secondo le indiscrezioni raccolte da Domani, e confidate al quotidiano da un fedelissimo che ha deciso di restare anonimo, Renzi darebbe ai sauditi soprattutto consigli tecnici “su come usare la cultura nelle città, che è un possibile driver del cambiamento del paese mediorentale”. Il ruolo dell’ex premier nel comitato consultivo dell’istituto è ormai “di tutto rilievo”, tanto che il nome con rimandi fiorentini dell’edizione di quest’anno dell’FII, “The Neo-Renaissance”, l’avrebbe suggerito proprio lui.