Ponza non sarà Tonga, ma uno tsunami può arrivare lo stesso. Un pericolo presente tanto per le isole pontine quanto per tutta la costa del Lazio. Ne è convinto il presidente Nicola Zingaretti, che ha appena approvato il piano regionale per il rischio maremoto. Uno strumento richiesto da tre anni dallo stesso Dipartimento della Protezione civile. E poi nel Mediterraneo esistono «diverse strutture geologiche in grado di generare tsunami». Dal 79 d.C. ad oggi la Regione ne ha contati 72.
Zingaretti non vuole correre rischi sui 380 chilometri di coste laziali e ha individuato le aree di emergenza da utilizzare, gli edifici strategici e quelli rilevanti. Due le aree strategiche per accogliere persone, stoccare materiali e far arrivare elicotteri: Formia e Tarquinia. Mancano solo le esercitazioni e i Comuni costieri sono invitati a farne almeno una entro i prossimi cinque anni. Senza contare che i cittadini hanno anche una possibilità di scelta autonoma in caso di pericolo: salire sui tetti.
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