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    Regionali Lazio, Francesco Rocca contestato dal fratello: “Non ti vergogni?”. E lui si difende

    Di Redazione TPI
    Pubblicato il 8 Gen. 2023 alle 09:00 Aggiornato il 8 Gen. 2023 alle 09:02

    Alcune ombre del passato di Francesco Rocca, candidato del centrodestra alla Regione Lazio, sono tornate alla ribalta nelle scorse ore a causa di un’intervista del 21 dicembre scorso e del fratello del politico che lo ha attaccato e sconfessato pubblicamente. Ma andiamo per gradi.

    L’ex presidente della Croce Rossa, fortemente voluto dalla Meloni come candidato alle regionali, lo scorso 21 dicembre in un’intervista, a proposito della sua condanna a due anni per spaccio di droga, ha spiegato: “Mia madre da lì a poco sarebbe morta per un cancro, ero molto sofferente e iniziai a usare gli stupefacenti. Vivevo a Ostia e sono finito in un giro di amicizie sbagliate”. Francesco Rocca ha fatto riferimento ai primi anni ’80, quando aveva 19 anni, viveva sul litorale romano e fu coinvolto in un giro di spaccio di eroina con un clan di nigeriani: nel 1985 fu poi condannato dal tribunale di Roma a tre anni e due mesi di reclusione.

    Parole che hanno fatto infuriare il fratello Alessandro, che vive ancora a Ostia: “Non ti vergogni a dare la colpa delle tue debolezze alla malattia di nostra madre: ti ricordi dove mi hai portato il giorno che è morta?”, ha scritto sul suo profilo social. “Ti ricordi con chi stavi in affari? E poi non ti sei mai drogato. Cosa hai dichiarato?”, ha aggiunto.

    Quindi la replica del candidato: “Né io né la mia famiglia abbiamo rapporti con lui da moltissimi anni, non capisco a cosa faccia riferimento: sono vicende private ma certe esternazioni pubbliche dimostrano una fragilità che mi addolora – le parole di Francesco Rocca a La Repubblica -. Per tentare di offendermi e umiliarmi devono tornare indietro di oltre 35 anni”.

    L’allora 19enne Francesco Rocca fu arrestato dai carabinieri che stavano indagando sullo spaccio a Casal Palocco, tra Roma e il litorale. Con i militari ammise di avere un acquirente e di aver già consegnato eroina. Dopo la condanna iniziò il suo riscatto con il volontariato, poi come avvocato e una carriera da manager sanitario proseguita come presidente della Croce Rossa.

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