Referendum legge elettorale, la Corte di Cassazione chiede un’integrazione del quesito
La Corte di Cassazione ha chiesto un’integrazione del quesito referendario sulla legge elettorale che lo scorso 30 settembre era stato presentato da 8 consigli regionali. La Suprema corte ha dato tempo per l’integrazione fino all’8 novembre. Il motivo della richiesta riguarda una questione formale.
La Corte di Cassazione ha chiesto ai promotori anche di cambiare la denominazione per la sua identificazione in: “Abolizione del metodo proporzionale nell’attribuzione dei seggi in collegi plurinominali, nel sistema elettorale della Camera dei Deputati e nel Senato della Repubblica”.
La richiesta di referendum era stata avanzata da una delegazione della Lega, guidata da Roberto Calderoli, e dai Consigli regionali di Veneto, Sardegna, Lombardia, Friuli, Piemonte, Abruzzo, Liguria e Basilicata. La proposta è quella di togliere la parte proporzionale del Rosatellum, la legge elettorale attualmente vigente, che diventerebbe un sistema maggioritario puro.
Il tema è uno dei cavalli di battaglia di Salvini. “Alla luce dell’ordinanza notificata dalla Corte di Cassazione e trattandosi di rilievi formali le otto Regioni che hanno depositato il quesito nei prossimi giorni procederanno all’integrazione formale e alla condivisione del titolo come richiesto dalla Cassazione” ha commentato Calderoli.
Attilio Fontana, presidente della Regione Lombardia, accoglie con favore la richiesta di integrazione arrivata dalla Corte di Cassazione: “Sostanzialmente è una notizia positiva, perché al di là di questo aspetto formale la Cassazione ha ritenuto che non ci fossero motivazioni che portavano a non accettare la nostra richiesta. Quindi va bene, porteremo immediatamente in Aula il provvedimento e correggeremo”.
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