Il Movimento Cinque Stelle è stato il partito più votato d’Italia alle elezioni politiche del 4 marzo 2018, ottenendo oltre il 32 per cento dei voti sia alla Camera che al Senato, con un consenso particolarmente alto soprattutto nelle regioni del Sud, dove è andato regolarmente oltre il 40 per cento.
Il Mezzogiorno è l’area in Italia con il tasso di disoccupazione più alto e, forse, per raggiungere una percentuale di voti così alta è stato determinante uno dei punti principali del programma del Movimento Cinque Stelle: il reddito di cittadinanza.
Cos’è il reddito di cittadinanza e come funziona?
Il reddito di cittadinanza è una misura secondo cui ogni cittadino, sia esso ricco o povero, riceve mensilmente una determinata somma di denaro.
Nello specifico, con reddito di cittadinanza (o di sussistenza) si definisce una forma di sostentamento elargita dallo Stato ai cittadini privi di reddito o il cui reddito – da lavoro o pensione – non arrivi a quella che viene definita “soglia di povertà”, che naturalmente cambia in base al momento storico o al paese.
Il reddito di cittadinanza può essere elargito interamente o solo parzialmente, come forma di integrazione a uno stipendio già esistente.
Il reddito di cittadinanza non va inoltre confuso con il salario minimo, che è invece la minima paga oraria stabilita per legge per retribuire un lavoratore.
Il reddito di cittadinanza: la proposta del Movimento Cinque Stelle per l’Italia
La proposta del Movimento Cinque Stelle relativamente al reddito di cittadinanza prevede che questa forma di sostentamento possa essere richiesta da persone con determinati requisiti che nel programma vengono quantificati in nove milioni di persone. Questi requisiti sono: avere almeno 18 anni, essere disoccupato o inoccupato o ricevere un reddito da lavoro o una pensione inferiore alla soglia di povertà.
In Italia la soglia di povertà è stabilità ai 780 euro, che tuttavia può variare in base alla composizione del nucleo familiare ed è per questo considerata variabile anche nella proposta del Movimento Cinque Stelle.
Un’importante precisazione riguarda il fatto che il reddito di cittadinanza non è rivolto a ogni singola persona ma al nucleo familiare nel suo complesso, il che vuol dire che una sola famiglia può ottenere il reddito di cittadinanza anche se in quel nucleo familiare vi siano più persone con un salario inferiore ai 780 euro. Dunque un “solo” reddito di cittadinanza a famiglia.
Qualche esempio pratico
- Una persona al di sotto dei 35 anni senza famiglia otterrebbe circa 5.175 euro l’anno
- Una coppia con figli minorenni 7.023 euro l’anno
- Una coppia con figli maggiorenni 4.472 euro l’anno
- Una coppia senza figli e con la donna al di sotto dei 35 anni 7.084 euro l’anno
Come ottenere il reddito di cittadinanza (quali sono i requisiti necessari per beneficiarne) e a chi spetta
Il leader del M5S Luigi Di Maio ha detto che il reddito di cittadinanza è rivolto a 2,8 milioni di famiglie e, complessivamente, contribuirà al sostentamento di oltre 8 milioni di italiani. Ma chi può beneficiare del reddito di cittadinanza? Ecco i requisiti per ottenerlo:
I requisiti
- Essere maggiorente (avere cioè più di 18 anni)
- Essere disoccupati o inoccupati
- Avere un reddito di lavoro inferiore alla soglia di povertà in Italia, stabilita dall’ISTAT
- Percepire una pensione inferiore alla soglia di povertà.
Non solo, però. Perché una volta ottenuto il reddito di cittadinanza, sarà necessario rispettare alcune regole per mantenere il diritto a percepirlo, proprio per evitare che le persone decidano furbescamente di non lavorare o lavorare in nero al fine di percepire questa elargizione economica.
- I disoccupati, per poter conservare il reddito di cittadinanza, dovranno iscriversi a un centro per l’impiego
- Offrire circa 8 ore settimanali alla comunità per progetti e lavori socialmente utili
- Sarà inoltre previsto frequentare corsi di qualificazione o riqualificazione professionale
- Comunicare tempestivamente ogni variazione di reddito
- Sarà obbligatorio accettare una delle prime tre offerte di lavoro pervenute.
- Effettuare la ricerca di un lavoro per almeno due ore al giorno
- Infine, è anche necessario non recedere da un contratto senza giusta causa due volte in un anno.
Importante: Chi invece ha già un lavoro, ma la retribuzione è inferiore a 780 euro, riceverebbe un’integrazione tale da arrivare a tale cifra.
La proposta del Movimento Cinque Stelle prevede inoltre che vengano incentivate le imprese che decidono di assumere persone che ricevono il reddito di cittadinanza.
Oltre a questo, è previsto che nei centri per l’impiego si svolgano corsi di formazione per nuove imprese e che i beni e i terreni del demanio vengano utilizzati come sedi di start-up innovative e imprese agricole.
Il problema della copertura economica per finanziare il reddito di cittadinanza
Uno dei grandi dibattiti intorno alla proposta del reddito cittadinanza è la copertura economica per finanziare il reddito di cittadinanza. Il Movimento Cinque Stelle scrive nel suo programma che, stando ai dati ISTAT, la copertura necessaria per attuare la proposta sia quantificabile tra i 15 e i 16 miliardi di euro, e che queste risorse verrebbero trovate attingendo dal “gioco d’azzardo, dalle banche, dalle compagnie petrolifere e dai grandi patrimoni, e tagliando inoltre il finanziamento ai giornali e i costi della politica”. Il che, francamente, non è molto chiaro.
Molti osservatori ritengono tuttavia che questa somma non possa essere raggiunta esclusivamente attraverso il metodo indicato dal Movimento Cinque Stelle e reputano la proposta in generale non attuabile. Tra questi il vicedirettore del Fatto Quotidiano Stefano Feltri ha definito come evanescenti e poco solide le basi economiche proposte dal programma pentastellato. Economisti quali Roberto Perotti e Tito Boeri ritengono invece che la cifra per attuare il reddito di cittadinanza possa essere più alta del previsto.
Qui sotto una delle slide che compongono la proposta del reddito di cittadinanza del M5S (l’articolo continua dopo la foto)
La proposta del Movimento Cinque Stelle, tecnicamente non è un vero e proprio “reddito di cittadinanza”, dal momento che questo implicherebbe che tale reddito venga elargito a ciascun cittadino senza distinzione di condizioni economiche e occupazione.
Per quanto abbia preso questo nome e sia definita da tutti i media in questo modo, tecnicamente si tratterebbe di un reddito minimo garantito, ovvero di un’elargizione economica totale o parziale che permetta alle fasce più deboli di raggiungere un reddito considerato superiore alla soglia di povertà.
Attualmente esistono diversi paesi nel mondo che si sono dotati (o stanno tentando a dotarsi) di strumenti economici di questo tipo, come ad esempio l’Iran e la Finlandia. La Svizzera invece ha respinto il reddito di cittadinanza.
La Francia, ad esempio, elargisce fino a 483 euro mensili per una persona singola senza figli idonea a richiedere il reddito minimo, mentre la Germania 382 euro e il Regno Unito 348 euro.
Nel 2017 il governo Gentiloni ha approvato il reddito di inclusione, un’elargizione erogata per un massimo di 18 mesi (rinnovabili per ulteriori sei) che va dai 190 euro per i nuclei di una sola persona fino a 490 per nuclei familiari di cinque o più persone.