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    Recovery: l’Ue promuove l’Italia (ma non a pieni voti)

    Di Marta Vigneri
    Pubblicato il 21 Giu. 2021 alle 20:06 Aggiornato il 22 Giu. 2021 alle 16:26

    Informazione incomplete sui costi dei singoli interventi: questo, secondo quanto si apprende, è il motivo per cui la Commissione Europea non ha concesso i pieni voti all’Italia sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, messo a punto dal governo Draghi ed approvato dal Parlamento ad aprile scorso. Il collegio dei commissari ha assegnato una A (il massimo punteggio) ad ognuna delle 10 voci inerenti la valutazione, fatta eccezione per una sola B.

    Il tasto dolente riguarderebbe appunto i costi del piano, come avvenuto per i Pnrr presentati anche dagli altri Paesi dell’Unione Europea. Nessuno degli otto documenti consegnati a Bruxelles – per lo stesso motivo dell’Italia – ha incassato il punteggio massimo, almeno secondo quanto trapela alla vigilia della conclusione della procedura scritta, la strada scelta dal Collegio dei commissari europei per consentire alla presidente Ursula von der Leyen di presentare la valutazione del Pnrr direttamente al presidente del Consiglio, Mario Draghi, a margine della sua trasferta di domani a Roma.

    Stando a quanto riportato da Ansa, la valutazione sarà approvata entro domani da tutti i commissari europei e consegnata nel pomeriggio dalla presidente Ursula von der Leyen al premier. La Commissione europea concederà il via libera al 13 per cento di pre-finanziamento all’Italia, tranche iniziale dei 191,5 miliardi di euro di fondi del Next Generation Eu, di cui 68,9 miliardi sovvenzioni a fondo perduto, che dovranno essere utilizzati nel periodo 2021-2026.

    Intanto, a margine della cerimonia per il 247esimo anniversario della fondazione della Guardia di Finanza, il ministro dell’Economia Daniele Franco ha definito il Pnrr “decisivo” per l’uscita dalla crisi e dichiarato che il suo successo “dipenderà dalla piena cooperazione di tutti gli attori coinvolti nel suo sistema di governo”. “Dobbiamo gettare le basi per una crescita economica duratura e sostenuta, che assieme a politiche di bilancio prudenti sarà cruciale per la riduzione del debito pubblico”, ha aggiunto Franco.

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