Stallo sul Recovery Fund: gli aiuti Ue rischiano di slittare alla seconda metà del 2021
È allarme rosso sul Recovery Fund: il pacchetto di aiuti Ue, infatti, rischia seriamente di slittare alla seconda metà del 2021 in seguito allo stallo che si è creato tra i 27 Paesi dell’Unione, che non hanno ancora trovato un accordo definitivo sull’avvio della procedura. Una situazione spinosa che nella giornata di mercoledì 30 settembre ha fatto dichiarare all’ambasciatore tedesco che un ritardo nell’erogazione dei fondi, inizialmente prevista per l’inizio del 2021, sarà “molto probabilmente inevitabile”. La proposta della presidenza tedesca di mediazione sullo stato di diritto legato al budget, appoggiata dall’Italia e messa in campo per superare il veto imposto dall’Ungheria di Orban e dalla Polonia, è passata a maggioranza nella Coreper, la conferenza degli ambasciatori Ue, ma ha visto il voto contrario di Olanda, Finlandia, Danimarca, Svezia e Austria, i cosiddetti Paesi frugali, e di Belgio e Lussemburgo, i quali chiedono che il rispetto dello Stato di diritto sia irrinunciabile per accedere ai fondi del Recovery Fund.
Se la bozza di mediazione tedesca, dunque, ora approderà al Parlamento europeo, dove verrà discussa e probabilmente modificata, le grane da risolvere non sono di certo finite qui. Un altro aspetto su cui è in atto un braccio di ferro tra i Paesi mediterranei e l’Olanda, infatti, è sul via libera al pacchetto di aiuti che spetta alla Commissione Ue che prima deve chiedere il parere del comitato economico-finanziario, formato dai governi. Per accelerare i tempi, l’Italia e gli altri Paesi mediterranei chiedono che le valutazioni della Commissione Ue e del comitato economico-finanziario arrivino in contemporanea, ma soprattutto che il parere di quest’ultimo organismo non sia vincolante. L’Olanda, però, si oppone all’ipotesi e chiede un’approvazione consequenziale.
Non è finita qui perché l’Italia vorrebbe eliminare anche qualsiasi riferimento alle raccomandazioni relative agli aggiustamenti di bilancio e alle procedure per squilibri macroeconomici. Austria e Olanda sono nettamente contrari e anzi sostengono che il riferimento ai conti in ordine deve essere una prerogativa del Recovery Fund. Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri si è detto fiducioso sull’esito dei negoziati: “Si tratta di questioni che erano previste e che verranno risolte” ha detto, aggiungendo che “Un pacchetto di misure come queste, che prevede una procedura legislativa così complessa, ha bisogno di tempo”.
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