Dopo due settimane di una campagna elettorale poco convincente, il PD ha capito che il peso di Giorgia Meloni nei sondaggi è un dato difficilmente reversibile. Dopo aver rinnegato la politica di distruzione sociale portata avanti dal suo partito negli ultimi dieci anni, dai salari al Jobs Act, e portando avanti un duello con la sua rivale tutto centrato sulle uscite reazionarie di quest’ultima, Enrico Letta ha deciso che l’unica opzione che gli rimane è di ricorrere alla matematica.
Uno studio riservato diffuso al Nazareno ha svelato all’acciaccato PD i meandri della legge elettorale Rosatellum, che prevede che il 37,5 per cento dei seggi vengano assegnati col sistema maggioritario. Sarebbe appunto questa peculiarità a garantire una forte maggioranza in Parlamento alla destra, a cui, secondo una simulazione YouTrend pubblicata il 31 agosto, basterebbe il 18 per cento di vantaggi per raggiungere la maggioranza dei due terzi alla Camera. Oggi si avvicina a quest’ultimo obbiettivo, stando al 42,7 per cento, 14 punti davanti al centrosinistra. Ma con una rimonta di 4 punti, spalmati su tutto il territorio, le cose potrebbero cambiare. L’alleanza del PD si aggiudicherebbe 10 seggi per la Camera in più e 5 per il Senato, e sarebbe rimessa in discussione la vittoria del centrodestra in diciassette posti da deputato e sette da senatore. Con il 4 per cento di voti in più verrebbero anche eletti ventiquattro candidati a sinistra per via proporzionale. Se poi il PD e i suoi alleati riuscissero a vincere nei seggi uninominali rubati al centrodestra, esso calerebbe a 105 senatori e 203 deputati, solo tre eletti sopra la maggioranza.
Sono tanti “se” da realizzare, e convincere il 4 per cento dell’elettorato nazionale non è un’impresa facile. Il discorso del voto utile non prende più nell’elettorato di sinistra, che sente che il centrismo liberale del PD non fa che spianare il campo alla destra. Ma Letta ha intrapreso questa strada e ieri lanciava un'”allarme democratico”, mettendo in guardia gli elettori di Terzo Polo e M5S. E’ allarmato anche per la sua permanenza nella segreteria del partito, che sarà messa a repentaglio se il PD venisse schiacciato da Fratelli d’Italia.