Si sono scannati per giorni. Hanno sprecato parole, come sempre, beccandosi l’un l’altro e interpretando ognuno il proprio ruolo. Poi hanno voluto comporre un bel set fotografico per avere una situazione da rivendere ai giornali, ma alla fine Ramy e Adam, i due ragazzini eroi che hanno salvato i compagni di classe dall’autista dell’autobus che voleva vendicarsi con loro, non hanno ottenuto la cittadinanza italiana come gli era stato ripetutamente promesso durante quei giorni convulsi di niente fatto di niente, del solito sottovuoto spinto che finge di essere informazione e invece è solo propaganda di bassa Lega (volutamente maiuscola).
Contattate da TPI, le due famiglie confermano di non avere avuto più nessuna novità da parte delle istituzioni e di essere fermi a quei giorni di grande clamore che mostrarono a un pezzo di Paese come i buoni e i cattivi non si dividano per etnia, per lingua e per religione.
Ramy e Adam, però, così giovani e ancora così ottimisti, erano convinti che bastassero le parole dei vicepremier sulla loro promessa cittadinanza per rassicurarli che tutto sarebbe avvenuto.
Addirittura “in fretta” come dissero di politici presi dall’entusiasmo di avere qualche esempio positivo da offrire in pasto al popolo depresso. E invece niente.
Eppure, cari Ramy e Adam, in fondo avete sotto gli occhi cosa sia oggi la politica, cosa sia diventata e cosa siamo diventati noi: una ridda di voci su un fatto eclatante qualsiasi, un altisonante spendersi in promesse, un bel set fotografico da dare in pasto alla stampa e nessuno, ma nessuno, che controlli che poi accada qualcosa davvero.
Cari Ramy e Adam, avete avuto la cittadinanza? No, eh. Il mettere in pratica è solo un piccolo particolare che non sembra interessare di questi tempi e soprattutto la vostra attesa testimonia quanto per il governo sia poco importante che qualcuno, anche in gamba come siete stati voi, si senta apolide pur essendo nato qui.
Siete stati strumenti per la propaganda ma evidentemente non siete persone: siete solo i fatti di cronaca che vi portate appiccicati addosso e nient’altro, persi nel cassetto delle cose dette e ripetute e mai fatte, chiusi nel ripostiglio di ciò che avrebbe dovuto avvenire ma in realtà non è mai cominciato.
Però in tutto questo avete anche un ruolo importante: fare sapere che siete ancora stranieri a casa vostra, potrebbe tornare utile per capire e far capire il marasma che stiamo vivendo, questo tempo di promesse stonate che infettano l’aria e marciscono nella memoria corta di un Paese che non riesce nemmeno a premiare, nemmeno quello.
Scusateci, Ramy e Adam, se il mondo degli adulti, soprattutto quello dei dirigenti è così lontano dal coraggio e dalla voglia di salvarvi tutti insieme che avete dimostrato fermando il dirottatore. Qui va così. Di questi tempi.
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