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    Quirinale, il vice di Conte a TPI: “Pronti a votare con il centrodestra, serve un candidato che unisca”

    FOTO: Remo Casilli - REUTERS

    Nel nuovo numero del settimanale di TPI, The Post Internazionale, in edicola da venerdì 21 gennaio, l'intervista al vice di Giuseppe Conte: “Guardiamo al profilo, serve un candidato che unisca”

    Di Riccardo Barenghi
    Pubblicato il 21 Gen. 2022 alle 08:41 Aggiornato il 21 Gen. 2022 alle 08:45

    Michele Gubitosa ha 42 anni, ed è un deputato del Movimento 5 Stelle, della provincia di Avellino, nonché vicepresidente di Giuseppe Conte insieme ad altri quattro suoi colleghi. Con lui cominciamo ovviamente dal Quirinale.

    Allora, Gubitosa, avete deciso chi sarebbe per voi il Capo dello Stato più giusto?

    «La nostra linea è sempre la stessa, al di là di quello che si dice in giro. Finora non abbiamo fatto nomi e neanche li faremo nei prossimi giorni».

    Veramente avevamo capito che a Giuseppe Conte non dispiacerebbe Letizia Moratti…

    «Non mi risulta assolutamente. Conte non ha mai fatto nomi, anche se ci farebbe piacere innovare la più alta carica istituzionale del Paese eleggendo una donna. Ma non è un obbligo. Abbiamo e continuiamo a disegnare il profilo della persona adatta, ossia una figura istituzionale, di grande levatura morale e che unisca il Paese. Una persona così la si può trovare ovunque e stiamo lavorando per trovarla».

    In campo c’è ancora Silvio Berlusconi, lo votereste?

    «Per carità, lui divide e non unisce. Non avrà mai i nostri voti».

    Se si candidasse Mario Draghi, voi che fareste?

    «È un uomo di assoluto spessore che potrebbe essere un ottimo Presidente».

    Però?

    «Però averlo a Palazzo Chigi è una garanzia per la tenuta del governo e per i progetti del Pnrr. Draghi al Quirinale significherebbe la fine di questo governo, il forte rischio di perdere i 200 miliardi dell’Europa».

    E magari si andrebbe alle elezioni anticipate, voi le temete?

    «Sono certo che non ci saranno elezioni anticipate. Non si possono perdere mesi preziosi che servono a mettere in sicurezza il Paese. Sia sul piano sanitario, sia su quello economico e sociale. Perdere il treno del Pnrr sarebbe un suicidio dell’Italia, per non parlare di tutto quello che dobbiamo ancora fare a cominciare dalle bollette del gas che ormai sono insostenibili per famiglie e imprese».

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