Quirinale, sarà Giorgia Meloni la kingmaker del centrodestra per l’elezione del Presidente della Repubblica
La notizia è la seguente e Matteo Salvini non ne sarà certamente contento: sarà Giorgia Meloni la kingmaker del centrodestra in vista dell’elezione del prossimo Presidente della Repubblica.
È a lei che guarda Matteo Renzi (che è andato ad Atreju a baciare la pantofola esattamente come Enrico Letta e tanti altri) quando assegna il ruolo di kingmaker al centrodestra. Ed è a lei che pensa in veste di interlocutore privilegiato il segretario del Partito democratico Enrico Letta. Lo stesso Giuseppe Conte non fa mistero con i suoi più stretti collaboratori di preferire l’interlocuzione con la leader di Fratelli d’Italia piuttosto che con il capitano leghista. D’altra parte i rapporti burrascosi tra i due sono noti.
Non per niente, proprio per stoppare il gioco della Meloni, Matteo Salvini da domani inizierà a tenere i suoi “incontri” con tutti i partiti per cercare di ritornare al centro della scena. Ma difficilmente, con una Lega divisa tra lui e Giorgetti, potrà riuscirci. Insomma, il prossimo inquilino del Colle dovrá piacere anche a “Giorgia”. E se il suo gradimento è orientato verso Mario Draghi, l’attuale presidente del Consiglio può dirsi davvero a cavallo.
D’altra parte anche l’ex Presidente della Banca centrale europea lo ha capito benissimo se è vero come è vero che i rapporti tra i due sono sempre stati ottimi e si sentono molto spesso. La Meloni con Draghi al Quirinale farebbe bingo e per ben due motivi: potrebbe essere più vicina la fine della legislatura ma soprattutto sarebbe Draghi a garantire con Bruxelles l’eventuale ascesa a Palazzo Chigi della sovranista tricolore se dovesse vincere le prossime elezioni. Cosa che non sarebbe possibile con Berlusconi al Colle. E lo ammettono anche da Fratelli d’Italia: “Mario Draghi al Quirinale è la migliore polizza assicurativa per il futuro di Fratelli d’Italia a Palazzo Chigi”.
Per Giorgia Meloni Atreju è il culmine di una operazione esemplare quanto spericolata, se pensiamo che fu l’unica un anno fa a non rispondere all’appello di emergenza nazionale lanciato da Mattarella e a mettersi all’opposizione del governo istituzionale. Non l’unica stranezza, a ricordare bene, perché FdI fino all’ultimo, ha strizzato anche l’occhio al popolo novax. Eppure è proprio con lei che Mario Draghi si incontra periodicamente ed è ancora con lei che Enrico Letta va puntualmente a confessarsi.
“Il segretario del Pd parla di Quirinale più alla festa della Meloni che davanti ai suoi gruppi parlamentari, visto che non ci ha ancora mai convocato”, dice sconsolato un deputato dem di lungo corso, “comunque avrei voluto che il mio segretario dicesse una cosa semplice alla Meloni: di riforme e di Quirinale si discute con la maggioranza che ha accolto un anno fa l’appello del Capo dello Stato a dar vita ad un esecutivo di unità nazionale, non con chi ha disertato e si è messo dalla parte delle piazze no vax. Molto più logico con Salvini”.
Letta invece ha fatto di tutto per non sottrarre il palcoscenico alla Meloni in questi giorni. Dopo la topica con Conte, infatti il collegio di Roma 1 è stato affidato a Cecilia D’Elia (cresciuta sempre in quota Zingaretti nella sinistra di Fratoianni), riuscendo ancora una volta a scontentare tutti: dalla minoranza interna (che con Guerini e Marcucci puntavano sulla Furlan) a Carlo Calenda (che da settimane lavorava su Marco Bentivogli). Anche grazie alla sua solerte collaborazione, la festa di Atreju ha visto la nascita di una nuova “monarchia” nel centrodestra: quella di Giorgia Meloni.
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