Dicono che Silvio Berlusconi quasi non ci voleva credere. Anzi è rimasto letteralmente esterrefatto quando l’ha saputo ed ha voluto che gli mostrassero l’episodio più volte. Di cosa stiamo parlando? Del saluto che il Capitano leghista ha fatto a Romano Prodi nel corso di una recente conferenza stampa allorquando a Bologna per un’iniziativa politica della Lega ha avuto uno scambio a distanza con l’ex Presidente del Consiglio, affacciatosi alla finestra della sua abitazione mentre il leader del Carroccio parlava in piazza.
Una cosa assolutamente inedita e al limite dell’incredibile per due personaggi che più diversi non potrebbero essere e che non hanno mai fatto mostra di avere neanche una briciola di stima reciproca: il compunto professore bolognese e lo scamiciato leader leghista.
In Forza Italia c’è addirittura chi equipara quel saluto ad un vero e proprio “inchino”. Sentite come la racconta Salvini: “È stato un episodio simpatico. Abbiamo presentato e ho scoperto che sopra questo locale c’era la finestra della casa di Prodi ed è stato un confronto a distanza simpatico. È bello confrontarsi in maniera civile…”.
Nessuno mette in dubbio il fatto che non sia stato un episodio simpatico, ma chi conosce bene il Cavaliere giura che non l’abbia proprio digerita, anzi che l’abbia vissuta come un vero e proprio affronto vista la storia infinita di duelli e battaglie tra lui e il professore bolognese.
Né si può ingenuamente pensare che nella politica italiana certe cose accadano per caso, tanto più quando ci sono rivalità che vanno avanti da anni e Matteo Salvini non è stato mai tenero con il due volte Presidente del Consiglio. Oggi però il caos in seno ai grillini rischia di cambiare ogni scenario, compreso quello della corsa per il Colle e il conto più salato della dipartita di “Giuseppi” Conte rischia di pagarlo il Pd con tutti i suoi numerosissimi “quirinabili” che speravano di utilizzare i parlamentari Cinque stelle come carne da cannone per raggiungere l’obiettivo della Presidenza della Repubblica.
Se Grillo dovesse riprendere le redini del comando per il Pd nulla sarà più come prima: molto difficilmente il fondatore del M5S potrebbe accettare senza fiatare che un piddino salga al Quirinale. “Non c’è nemmeno quella consuetudine e quella confidenza che Enrico Letta aveva da tempo stabilito con Conte“, spiegano dal Nazareno.
Insomma, il ritorno in pista di Grillo scompagina giochi già preparati, accordi già presi o che stavano per essere presi nei prossimi mesi. Così sono in molti dalle parti del cavalier Berlusconi e non solo a pensare che quello “affaccio” di Romano Prodi sul comizio di Matteo Salvini non sia stato affatto casuale.
E ci si chiede se per caso il professore bolognese non potendo più confidare come un tempo sul blocco grillino non abbia cominciato a guardarsi intorno alla ricerca di inedite sponde. E forse di altre sponde ha bisogno anche Matteo Salvini, se è vero come è vero che la sua grande aspirazione è fare il Presidente del Consiglio. Anche se il Capo dello Stato dovesse essere un piddino.