Quirinale: “Accordo M5s-Pd o voto”
“Se non si trova uno spiraglio di accordo tra M5s e PD oggi al termine delle consultazioni si dovrà ricorrere al voto”. Lo riferiscono fonti del Quirinale. “L’unico modo per cucire oggi è una proposta seria del M5s”, aggiungono. In pratica, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, dopo le prime consultazioni, spinge sull’acceleratore e chiede ai 5 Stelle di Luigi Di Maio, ultimo gruppo atteso al Quirinale, una posizione precisa. Il Capo dello Stato vuole sapere se davvero sono pronti a trattare su uno dei punti proposti dal Pd, perché se così non fosse, allora sarebbe meglio cominciare a prepararsi per elezioni anticipate.
Il tempo stringe e se voto deve essere, allora meglio prepararsi in tempo. Incerta sembra, infatti, la possibilità che Pd e M5s trovino un accordo in tempi brevi. E se anche il segretario del Pd Nicola Zingaretti ha detto “condivisione profonda o meglio il voto”, sembra evidente che i margini di discussione non siano ampi (qui le ultime news sulla crisi di governo).
Nel frattempo, tra l’altro, il Pd si sta spaccando al suo interno, tra dem e renziani, dopo le voci per cui il segretario Nicola Zingaretti avrebbe presentato al Movimento 5 stelle una lista di soli tre obiettivi, e non cinque come quelli approvati in Direzione, ma molto più difficili da digerire per i pentastellati. Anche perché il presidente della Repubblica “aspetta i passi ufficiali”, precisano. Quindi, per esempio, Mattarella non considera i tre o cinque punti del Pd ma si attiene alle comunicazioni ufficiali. E vuole sapere se c’è o meno un’apertura al dialogo.
“Smentiamo ogni notizia diffusa dalle agenzie di stampa e dagli organi di informazione che citi ‘fonti’ o riporti indiscrezioni di qualsiasi genere sul M5S. La posizione del M5S sarà espressa al termine delle consultazioni e passerà solo attraverso i consueti canali ufficiali del Movimento e del capo politico Luigi Di Maio”. Lo dice il M5S in una nota.
I tempi brevi dettati da Mattarella
Che il Capo dello Stato avesse in mente tempi molto stretti per verificare la possibilità di formare una nuova maggioranza parlamentare era risaputo.Ma la possibilità del voto in autunno getta la politica del Paese nel caos. Soprattutto i partiti minori rappresentati nei gruppi misti delle due camere che ieri, 21 agosto, durante le prime consultazioni al Quirinale, avevano fatto presente al presidente della Repubblica il timore di non riuscire a presentare le liste, con grave danno per la democrazia e la rappresentatività.