Il prossimo 4 marzo gli italiani saranno chiamati al voto nelle elezioni politiche (qui una spiegazione semplice e chiara di come si vota).
Per la prima volta, i parlamentari saranno eletti con la nuova legge elettorale, il Rosatellum bis, approvata nel corso del 2017 dopo che la Consulta aveva bocciato, all’inizio dell’anno, parte dell’Italicum, la legge precedentemente in vigore.
L’esito delle elezioni del 4 marzo è molto incerto. È possibile che nessun partito ottenga la maggioranza. Cosa succederà quindi dopo il voto? Chi avrà l’incarico di formare un governo? Ecco 3 probabili scenari.
Oggi, primo marzo 2018, il leader politico del M5S ha annunciato la squadra di governo composta da 17 ministri. Eccola. Silvio Berlusconi ha confermato che Antonio Tajani è il candidato premier di Forza Italia.
Tra proposte e promesse, i partiti si stanno confrontando senza esclusione di colpi su moltissimi temi. Ecco un’infografica riassuntiva di Money.it che mette a confronto le proposte dei partiti su diverse tematiche:
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Come si vota il 4 marzo: la legge elettorale
Alla prossima tornata elettorale si andrà a votare con la stessa legge sia per la Camera che per il Senato.
Si tratta di un sistema elettorale misto, e precisamente, alla Camera 231 seggi saranno assegnati con il sistema maggioritario in altrettanti collegi uninominali, 386 invece con il sistema proporzionale.
Nei collegi uninominali, con il maggioritario, vince il candidato che ottiene anche un solo voto più degli altri, mentre nel proporzionale i seggi vengono assegnati in maniera proporzionale in base ai voti ottenuti.
A questi vanno poi aggiunti i 12 seggi degli italiani all’estero, eletti con il proporzionale, e quello uninominale della Valle d’Aosta, che essendo uno solo viene matematicamente assegnato con il sistema uninominale.
Lo stesso meccanismo vale anche per il Senato, dove 102 seggi sono assegnati in altrettanti collegi uninominali, e i restanti 207 con il sistema proporzionale, mentre anche qui i sei senatori in rappresentanza degli italiani all’estero saranno eletti con il sistema proporzionale.
In entrambe le camere, dunque, il 36 per cento dei membri sarà eletto con il sistema maggioritario in collegi uninominali, mentre il rimanente 64 per cento con il proporzionale.
Per accedere all’assegnazione dei seggi proporzionali, ogni lista dovrà ottenere almeno il 3 per cento dei voti a livello nazionale (regionale per il Senato, come stabilito per la costituzione) e, se i partiti fanno parte di una coalizione, quest’ultima deve raggiungere almeno il 10 per cento.
Per quanto riguarda i seggi col maggioritario, essi vengono assegnati in collegi uninominali ovvero in collegi in cui viene eletto un solo candidato tra quelli in lista.
L’intero territorio è suddiviso in tanti collegi quanti sono i seggi dell’assemblea da eleggere. In ciascun collegio le liste elettorali presentano ciascuna un solo candidato e viene eletto quello che ha più voti.
Per quanto riguarda invece i seggi col proporzionale, essi vengono assegnati in collegi plurinominali, con listini bloccati di cui fanno parte al massimo quattro candidati.
Il territorio italiano è diviso in 231 collegi uninominali alla Camera (tranne Aosta, che ha in ogni caso un proprio collegio) e 109 al Senato.
La nuova legge elettorale prevede la possibilità per diverse liste di allearsi in coalizioni che sostengono lo stesso candidato nei collegi uninominali.
I collegi plurinominali sono tra i 70 e i 77 per la Camera e circa la metà per il Senato.
Ciascun candidato si potrà presentare in un singolo collegio uninominale e, parallelamente, in un massimo di tre collegi plurinominali.
Come si vota il 4 marzo: la scheda
Ci sono due schede, una per ciascuna camera. Gli elettori di Lazio e Lombardia riceveranno in aggiunta la scheda elettorale per le elezioni regionali.
Si potrà esprimere il proprio voto per la parte proporzionale e per la parte maggioritaria, così come previsto dall’attuale legge elettorale, all’interno della stessa scheda.
In ogni scheda, quella per la Camera e quella per il Senato, ci sarà infatti una parte dedicata al voto maggioritario (un rettangolo con un singolo nome in alto) e una parte dedicata al voto proporzionale (un rettangolo con i listini proporzionali in basso), dove ci saranno le liste collegate al singolo candidato che si trova in cima.
Non è previsto il voto disgiunto, ovvero un voto per una lista diversa da quella del candidato che si è scelto all’uninominale.
Se si deciderà di votare per una coalizione ma il candidato presentato da quella coalizione in un determinato collegio non piace, l’unico sistema per non votarlo è votare un’altra coalizione dal momento che non è possibile votare per un candidato diverso.
Allo stesso modo, se si vuole votare un candidato, ma non il partito che lo appoggia, bisogna votare per il candidato nello spazio della scheda riservato alla parte uninominale, e votare per un altro partito purché sia appartenente alla stessa coalizione. Se si vota il solo candidato, infatti, il voto verrà ripartito in maniera proporzionale tra le liste a sostegno di tale candidato.
Per quanto riguarda i quattro candidati del listino del proporzionale, non è possibile esprimere una preferenza sui singoli, ma il voto va alla lista. La conversione dei voti in seggi in questo caso avverrà con metodo proporzionale.
Come si vota il 4 marzo: lo scrutinio
Le operazioni di scrutinio inizieranno alla chiusura dei seggi, prevista per le 23. Non sono previste interruzioni.
Le operazioni proseguiranno fino alle 14 del giorno successivo.
L’ordine di scrutinio delle schede sarà il seguente: prima le schede del Senato, poi quelle della Camera e dalle 14 del giorno dopo, nelle regioni dove è previsto, inizierà lo scrutinio per le elezioni regionali.
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