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    Procedura infrazione, Di Maio: “Noi responsabili. Dialogo con la Ue anche se il debito è colpa del PD”

    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 5 Giu. 2019 alle 14:51 Aggiornato il 11 Set. 2019 alle 00:45

    Procedura infrazione, Di Maio: “Noi responsabili. Dialogo con la UE”

    Procedura infrazione dichiarazioni Di Maio – Dopo le parole del premier Giuseppe Conte, che aveva detto che avrebbe fatto di tutto per evitare la procedura di infrazione, ecco arrivare anche le dichiarazioni del vicepremier e capo politico del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio sulla bocciatura dei conti italiani da parte della UE.

    TUTTO QUELLO CHE C’È DA SAPERE SULLA PROCEDURA DI INFRAZIONE

    Il ministro dello Sviluppo economico ha scritto un post su Facebook in cui ha chiarito la linea del governo sul richiamo della Commissione europea sul debito eccessivo dell’Italia.

    “Noi siamo persone serie – si legge sul social di Di Maio – l’Italia è un paese serio, che rispetta la parola data. Quindi andremo in Europa e ci metteremo seduti al tavolo con responsabilità, non per distruggere, ma per costruire. Però è molto seccante che ogni giorno si trovi un motivo diverso per parlare male dell’Italia e di questo governo!”.

    “Sono anni che diamo senza ricevere, o che riceviamo meno di quanto ci spetterebbe, anni che siamo totalmente ignorati sulla questione migranti, ad esempio. Ci lasciano tutto il peso e, come se non bastasse, poi ci fanno pure la morale. Così non va bene, così è troppo facile” attacca il vicepremier che poi indica i colpevoli del debito fuori controllo dell’Italia.

    “Ora si parla tanto di questa possibile procedura di infrazione e sapete cosa riguarda? Riguarda il debito prodotto dal Partito Democratico nel 2017 e 2018. Noi la prendiamo seriamente, ma non possiamo fare finta di non sapere che ci sono Paesi europei che in questi anni, per risollevare la loro economia, hanno fatto molto più deficit di quanto consentito dai Trattati. E non sono andati incontro a nessuna sanzione!”.

    “Non è concepibile che un Paese con 6 milioni di disoccupati reali e migliaia di aziende che producono sotto il loro potenziale venga messo in croce perché vuole investire sulla crescita, il lavoro e la riduzione delle tasse”.

    Quindi, conclude Di Maio nel suo post, “rimbocchiamoci le maniche tutti.  E con “tutti”, intendo anche Bruxelles!”.

    “Per ultimo due cose: Quota 100 non si tocca e, sia chiaro, le pensioni degli italiani non si toccano!”.

    TUTTO QUELLO CHE C’È DA SAPERE SULLA PROCEDURA
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