Quando mancano meno di due settimane dalle elezioni regionali che lo vedono protagonista in corsa per il secondo mandato, al presidente campano Vincenzo De Luca si presenta una “grana” non da poco: il governatore è indagato per falso e truffa. Ma non si tratta, come sarebbe facile pensare, di un’azione ad orologeria a ridosso delle regionali, poiché i fatti risalgono a oltre tre anni fa. Secondo quanto riporta questa mattina il quotidiano La Repubblica, De Luca avrebbe promosso quattro vigili come membri del suo staff delle relazioni istituzionali, pur non avendo i necessari requisiti: mancavano, infatti, formazione, curriculum e specializzazioni. In questo modo, sarebbe stato possibile aumentare la loro retribuzione con un’indennità lorda annua di 4.600 euro. I vigili non sarebbero indagati, ma sarebbero in corso delle valutazioni da parte dei magistrati.
Un’indagine, tuttavia, tenuta segreta fino a oggi. Basti pensare che De Luca, a ridosso del lockdown, era stato convocato negli uffici del pubblico ministero per un interrogatorio. E, assistito dal suo avvocato, aveva scelto di rispondere a tutte le domande e di fornire la sua lettura dei fatti. Sulle ipotesi di reato la Procura guidata da Gianni Melillo dovrebbe chiudere le valutazioni a breve.
Tutto inizia con un incidente stradale, tre anni fa. Uno dei quattro autisti del presidente aveva investito con l’auto di De Luca una ragazza in scooter. La 22enne di nome Sara ne uscì con un grande spavento. Per De Luca, si aprì invece un polverone, l’opposizione raccontò che quell’eccezione al senso di marcia serviva solo al rientro a casa del governatore; e che il vigile-conducente e altri tre colleghi erano ormai trasferiti a Napoli in blocco e promossi al rango di esperti dello staff del governatore. L’intento, secondo l’accusa, era attribuire loro uno stipendio maggiorato.
Stando all’indagine della pm Ida Frongillo, coordinata dall’aggiunto Vincenzo Piscitelli, i quattro vigili-autisti erano inseriti come membri dello staff delle relazioni istituzionali, pur essendo privi di formazione, curriculum e specializzazioni. I vigili che avrebbero usufruito del presunto trattamento di favore non sono indagati. Il senso della difesa di De Luca è che può dimostrare di non aver mai violato la legge o di aver sprecato soldi pubblici.
Il governatore ed il suo staff hanno scelto, per ora, la linea del silenzio. I suoi difensori sostengono che non ha violato la legge e nemmeno sperperato soldi pubblici, nonostante – secondo il racconto di Repubblica – la Corte del Conti abbia segnalato la vicenda.
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