ESCLUSIVO The Post Internazionale (TPI.it) – Domenica 10 giugno il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha sorpreso tutti dichiarando che avrebbe chiuso i porti italiani se Malta non avesse accolto la nave Aquarius con a bordo oltre 600 migranti (qui la diretta con tutti gli aggiornamenti).
Il governo de La Valletta ha immediatamente risposto sostenendo che “non di sua competenza” e che ciò non sarebbe stato possibile.
TPI.it ha raggiunto telefonicamente l’ambasciatore di Malta in Italia, Vanessa Frazier, a bordo di un aereo che sta per decollare alla volta di Catania per accogliere la presidente maltese Marie Louise Coleiro Preca in occasione di una visita ufficiale già programmata in Sicilia (Catania e Palermo).
Qui di seguito la conversazione tra Giulio Gambino e la Frazier sulla questione “porti chiusi” in Italia proclamata da Salvini.
L’operazione SAR (search and rescue) nel Mediterraneo, come diffuso dal comunicato del Ministero dell’Interno e della Sicurezza Nazionale maltese inviato pochi minuti fa alla stampa, è avvenuta nella SAR libica coordinata dal centro RCC di Roma. Per cui è assolutamente escluso che i migranti debbano essere sbarcati a Malta.
Certo, oppure in Tunisia, o a Lampedusa, che è in Italia. Ma non a Malta. Il centro di coordinamento per il salvataggio di Malta non ha la competenza, e non è neanche l’autorità di coordinamento.
Assolutamente sì, è senz’altro una questione di principio, una battaglia vera e propria di principio, poiché Malta non è in assoluto contraria all’accoglienza dei migranti, ma è necessario che vengano rispettate le regole, sempre.
Nel caso specifico, Malta non ha alcun tipo di competenza sull’evento SAR. Ciò che conta non è il porto in cui vengono sbarcati i migranti, quanto piuttosto il luogo in cui avviene il soccorso.
Molto più di quanto creda, assolutamente, e siamo molto in linea con la questione migranti. Ma questa volta ha sbagliato: la deve smettere di fare dichiarazioni forti e provocatorie come questa. Non c’entra nulla ora che Malta accolga i 629 migranti soccorsi a bordo di nave Aquarius, pena la chiusura dei porti italiani.
Voglio ricordare che nel momento dei soccorsi i migranti sono stati tratti in salvo da 4 navi, tra cui 2 italiane e un mercantile. Ebbene, vista anche la posizione geografica del soccorso SAR, non vedo cosa possa entrarci Malta. Noi non abbiamo nulla a che fare con questa vicenda.
Nel pomeriggio di domenica 10 giugno il ministro dell’Interno e vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini, ha annunciato che non concederà l’autorizzazione alla nave Aquarius, in navigazione nel Mediterraneo con 629 migranti a bordo, di fare ingresso in un porto italiano.
La nave attualmente si trova a 43 miglia dalle coste e vorrebbe attraccare in Italia per portare sulla terra ferma i migranti.
Il titolare del Viminale ha scritto in merito una lettera urgente alle autorità maltesi per comunicare che il porto della Valletta è quello “più sicuro”, dunque spetta a loro concedere il via libera all’attracco.
Le autorità maltesi hanno immediatamente risposto a Salvini sostenendo che l’accoglienza della nave Aquarius “non è loro competenza”. Il recupero della nave Aquarius “è avvenuto nell’area di ricerca e salvataggio libico ed è stato coordinato dal centro di Roma. Malta non è l’autorità di coordinamento e non ha competenze su questo caso”. Lo ha affermato un portavoce del governo maltese, citato da Malta Today.
La nave Aquarius sta continuando la sua navigazione verso nord con 629 persone (tra cui 123 minori non accompagnati, 11 bambini e 7 donne incinte) che sono state salvate e trasferite a bordo la notte scorsa sotto il coordinamento della Guardia Costiera Italiana, riporta Medici Senza Frontiere.
La Aquarius sta ancora aspettando l’assegnazione di un porto sicuro. L’Italia ha chiesto alla Guardia Costiera di Malta di poter sbarcare a Malta tutte le persone soccorse.
MSF ha visto inoltre le dichiarazioni del Ministro degli Interni italiano riportate da i media secondo le quali i porti italiani sarebbero chiusi alla Aquarius se Malta dovesse rifiutare lo sbarco sull’isola delle persone soccorse.
MSF teme che ancora una volta la politica degli stati europei sia posta al di sopra delle vite delle persone. La priorità deve essere la sicurezza e il benessere delle persone a bordo.
Questo potrebbe essere il primo passo concreto mosso dal nuovo governo in tema di immigrazione, mandando anche il chiaro messaggio all’Europa che l’Italia non può essere lasciata da sola a gestire l’emergenza degli sbarchi.
La decisione, che non ha precedenti nel nostro paese, è stata adottata d’intesa dai ministri dell’Interno e delle Infrastrutture Danilo Toninelli.
Il 9 giugno Salvini aveva detto che l’Italia avrebbe impedito alle Ong che operano nel mediterraneo “di continuare svolgere il ruolo di taxi del mare”.
Il ministro dell’Interno aveva parlato dopo che due diverse imbarcazioni delle Ong con a bordo complessivamente più di 400 migranti erano sbarcate nei porti di Pozzallo e Reggio Calabria dopo che Malta gli aveva negato l’accesso.
“Non possono dire sempre no alle richieste di aiuto”, ha detto Salvini. “Se qualcuno pensa che si ripeterà un’estate con sbarchi, senza muovere un dito, non è quello che farò come ministro. Non starò a guardare”, le sue parole.
A bordo della nave Aquarius, l’unica Ong al momento presente nel Mediterraneo, vi sono 629 migranti tra cui 123 minori non accompagnati, 11 bambini e 7 donne incinte, partiti dalla Libia e soccorsi in varie operazioni nel corso della notte.
Gli ultimi due giorni sono stati segnati dalla partenza di oltre mille migranti verso le coste europee. Nel primo weekend da ministro dell’Interno di Salvini, nei porti di Reggio Calabria e di Pozzallo sono state tre le navi approdate con a bordo circa 500 profughi.
Nella notte altre 600 persone sono state soccorse e trasbordate sulla nave Aquarius, quella oggetto appunto dello scontro con Malta. Aquarius è l’unica ong al momento presente nel Mediterraneo: a bordo ha ora, esattamente, 629 rifugiati, tra cui 123 minori non accompagnati, 11 bambini e 7 donne incinte.
Ecco la posizione della nave Aquarius in tempo reale: