Pontida 2019, i militanti contro M5S e Pd
Avrebbe potuto essere una Pontida differente, quella andata in scena in questo fine settimana di metà settembre. Contrariamente allo scorso anno, però, questa volta “il Capitano” è salito sul palco non più da vicepremier e ministro dell’Interno del Governo Conte I ma da semplice segretario della Lega. “Elezioni subito”, è il refrain che più spesso si sente urlare in questa giornata di raduno leghista. Il Conte Bis, nato dieci giorni fa e sostenuto da Pd, M5S e Leu, proprio non va giù ai militanti leghisti, che parlano di “complotto dell’Europa” e di tradimento da parte di Conte, Mattarella e del Movimento 5 Stelle, che hanno “svenduto il Paese per mantenere la poltrona”.
“Non possono scappare all’infinito, prima o poi si tornerà al voto”, grida Salvini dal palco di Pontida, rilanciando l’esigenza di una legge elettorale maggioritaria che permetta a chi vince le elezioni di poter governare senza necessità di alleanze . “Il popolo italiano non è schiavo di nessuno. Sfideremo i traditori chiusi nei palazzi. Apriamo le porte agli italiani di buona volontà che sono schifati dal tradimento di chi ha svenduto il Paese”. Un errore far cadere il governo Conte I? A sentire la platea di Pontida, assolutamente no. “Salvini ha fatto bene a staccare la spina, non poteva lavorare con chi dice solo no”, sostengono in molti. Non solo i militanti sostengono senza indugio Matteo Salvini, numerose sono le figure chiave del Carroccio che dal palco di Pontida hanno dichiarato di aver chiesto più volte al leader della Lega di staccare la spina, su tutti il governatore della Regione Veneto Luca Zaia.
Ma a Pontida non si è parlato solo di elezioni. A tenere banco anche i due storici cavalli di battaglia di Salvini: l’immigrazione clandestina e i porti chiusi. “Il Pd sta già riaprendo i porti, fanno sbarcare tutti qui”, spiega un militante della prima ora. “Li fanno sbarcare di notte per nasconderlo al popolo”, fa eco un altro leghista, riferendosi al trasbordo dei migranti salvati dalla Ocean Viking sbarcati a Lampedusa poche ore fa. Lamorgese, l’ex prefetto di Milano chiamato a sostituire Matteo Salvini all’Interno, non piace affatto. Nonostante non abbia ancora rilasciato dichiarazioni o interviste pubbliche, il nuovo capo del Viminale non va giù ai militanti del Carroccio: “Ha riempito Milano di immigrati, farà lo stesso da ministro”, sostengono in molti. “Verranno tutti travolti dalla rabbia del popolo, alle elezioni verranno polverizzati”, è il giudizio unanime.
E Di Maio? Sebbene Salvini non l’attacchi mai apertamente, per i militanti del Carroccio è ormai il nemico pubblico numero uno, allo stesso livello del Pd. Un incapace, buono a nulla, senza esperienza, i giudizi sull’ex alleato di governo sono davvero impietosi. Sembra non essere mai esistito alcun idillio tra Lega e Movimento 5 Stelle, a sentire i militanti leghisti era chiaro già da tempo che sarebbe finita così. Troppe divergenze, su temi considerati primari dai fan del Capitato: “Impossibile governare con chi pensa solo all’assistenzialismo, a dare soldi al Sud, a chi non lavora, che non vuole le grandi opere ed è contrario all’autonomia regionale”, a sentire parlare i militanti di Pontida viene spontaneo chiedersi per quale motivo, allora, viste le divergenze già note, i due partiti abbiano provato lo stesso a governare insieme e siano rimasti saldi al governo per oltre un anno.