Dal potenziamento della linea ferroviaria Codogno-Mantova all’elettrificazione della Empoli-Siena. Dalla tangenziale di Lucca alla variante di Imperia. Sono oltre cento i cantieri, piccoli e grandi, su cui il Governo Draghi ha dichiarato di voler accelerare. Ma non è bastata la pioggia di nomine di commissari per compiere il miracolo sull’avvio di tutte le infrastrutture annunciate. Si parla di strade, ferrovie, porti e presidi di pubblica sicurezza: una serie di opere che, da Nord a Sud, sono attese per modernizzare il Paese e dare una scossa all’economia.
Le buone intenzioni ci sono tutte, così come esiste la mappatura degli interventi. Ma i dati ufficiali, riferiti dal ministero delle Infrastrutture e delle mobilità sostenibili (Mims), raccontano che, su 102 cantieri commissariati, solo 22 sono stati avviati e altri 2 partiranno a inizio 2022. A conti fatti è un quinto del totale, tenendo in considerazione anche che alcuni sono solo in fase di programmazione. Mentre per alcune opere non è ancora consultabile il cronoprogramma sul sito del Mims. Certo, non tutti i lavori potevano essere avviati all’istante e completati in un battibaleno, vista l’imponenza di alcuni di questi interventi, attesi da decenni. Tra questi, uno dei più imponenti è la linea dell’alta velocità Brescia-Verona-Padova, già in parte finanziata con il contratto di programma 2018-2019 del ministero con Rete Ferroviaria Italiana (Rfi).
Ci sono sul tavolo già 5 miliardi e 439 milioni di euro, a fronte di una necessità che supera gli 8 miliardi. Di grande rilievo è anche il potenziamento della linea Venezia-Trieste, con un costo stimato di un miliardo e 800 milioni, che attualmente può contare su stanziamenti pari 232 milioni di euro. Il completamento dei lavori è inevitabilmente connesso alla disponibilità delle risorse. In altri casi, come per il completamento del raddoppio della linea Pescara-Bari, i soldi sono già interamente a disposizione…
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