“I maschi devono gareggiare con i maschi e le femmine con le femmine” e poi la serie di hashtag: #noddlzan #Stopgender #Restiamoliberi #provitaefamiglia. A parlare, anzi a scrivere, è il senatore Simone Pillon.
Questa volta la sfida è ancora più ampia perché tentare di trovare un nesso tra il Ddl Zan è le competizioni sportive in cui – secondo il senatore – andrebbe salvaguardato il principio di “maschi con maschi” e “femmine con femmine” è davvero un’impresa titanica.
Applicando forzatamente uno scarto semantico, si potrebbe ipotizzare che il senatore pensi alla possibilità che le persone transgender possano poi gareggiare in modo “misto” con altre persone di altro sesso. O semplicemente in senatore sta proprio sollevando la questione che maschi e femmine possano gareggiare nelle stesse competizioni? Soprattutto: dove viene illustrata questa ipotesi nel Ddl Zan?
Va comunque spiegato al senatore Pillon che, in realtà, le squadre miste già esistono: in Italia fino ai 13 anni. Quindi Primi Calci, 6 e 7 anni; Categoria Pulcini, 8 e 9 anni; Categoria Esordienti, 10 e 11 anni; e anche Categoria Giovanissimi, 12 e 13 anni, richiedendo apposita deroga, e con maschi fino ai 12. Poi, però, calcio femminile e calcio maschile si separano. In Italia la Federazione Italiana Calcio Femminile nasce nel 1968, e le donne sono ammesse nella Figc nel 1986.
E dalla prossima stagione i Paesi Bassi introdurranno la possibilità di far giocare le donne assieme agli uomini nei campionati dilettantistici. “Una nuova opportunità perché le donne possano trovare un posto adeguato sulla scena del calcio”, è stato il tono dell’annuncio della Reale Associazione Neerlandese di Football (Knvb), che parla anche di “un momento storico per il calcio amatoriale nei Paesi Bassi e nel mondo”.