Aborto, soldi pubblici ai Pro-Life: la delibera shock dell’assessore del Piemonte
Soldi pubblici ai movimenti Pro-Life: con una delibera shock Maurizio Marrone, assessore della regione Piemonte ed esponente di Fratelli d’Italia, sta tentando di contrastare il diritto all’aborto, regolamentato dalla legge 194. A darne notizia è il settimanale L’Espresso, venuto in possesso di un documento riservato, redatto dagli uffici di Marrone, assessore ai rapporti con il Consiglio regionale, Delegificazione e semplificazione dei percorsi amministrativi, Affari legali e Contenzioso, Emigrazione, Cooperazione internazionale e Post olimpico. Il documento altro non è che una bozza di risoluzione in cui vengono proposte, attraverso anche alcuni dati scientifici collocati fuori contesto, alcune misure che vanno a contrastare la corretta applicazione della legga 194 e in particolare l’accesso alla pillola abortiva Ru486 per la quale, secondo le linee guida aggiornate del ministero della Salute, non serve più il ricovero ospedaliero, decisione peraltro contestata dallo stesso Marrone e da Fratelli d’Italia solamente pochi giorni fa.
Nel testo, infatti, viene riportato il dato Istat secondo cui “nel 3,5% dei casi di utilizzo di mifepristone e prostaglandine sono state riportate complicanze immediate, mentre nel 2,4% dei casi è stato necessario ricorrere ad isterosuzione o alla revisione della cavità uterina per terminare l’intervento di interruzione volontaria di gravidanza” oppure il fatto che “nel 2018 hanno fatto ricorso all’aborto farmacologico 2996 donne in Piemonte, con una potenziale trasposizione statistica ogni anno di oltre 100 pazienti con complicanze immediate e oltre 70 con necessità di intervento chirurgico successivo”. Queste informazioni, tuttavia, vengono sfruttate per deliberare che, secondo l’assessore di Fratelli d’Italia, per garantire l’accesso alla pillola Ru486 e far rispettare la legge 194 non servono meno medici obiettori di coscienza negli ospedali, ma più soldi ai movimenti Pro-Life.
Nella bozza, infatti, vi è scritto che servirebbe “l’attivazione di convenzioni per progetti di collaborazione volontaria all’interno della rete piemontese dei consultori con idonee formazioni sociali di base e di associazioni del volontariato, che possono anche aiutare la maternità difficile dopo la nascita – in attuazione dell’art. 2 lett. d) della legge summenzionata – quali, a titolo esemplificativo il Progetto Gemma avviato da Movimento per la vita e Centri di aiuto alla vita (CAV) con aiuto economico alle mamme in difficoltà mediante adozione prenatale a distanza oppure il servizio informativo SOS Vita etc”. Secondo Marrone, dunque, la Regione dovrebbe destinare soldi pubblici alle associazioni pro-vita, andando a minare sempre di più la legge sull’aborto, che nelle premesse l’assessore dice di difendere. Nella delibera, inoltre, si chiede, come già anticipato nei giorni scorsi, lo stop alla distribuzione della pillola Ru486 in Day Hospital alla fine dell’emergenza Covid-19, attualmente fissata al 15 ottobre, e il divieto di somministrazione della pillola nei consultori del Piemonte.
Marco Grimaldi, assessore regionale di Leu, ha commentato così l’intera vicenda: “Questo atto, come tutta la loro battaglia contro la Ru486, è oscurantista e antiscientifico: con una mano finanzia associazioni pro-vita, e con l’altra impedisce l’esercizio di un diritto alle donne della nostra regione, togliendo loro la possibilità di affidarsi a una rete capillare di consultori in cui il metodo farmacologico è trattato con il massimo della professionalità”.
Leggi anche: 1. Aborto, in Piemonte Fratelli d’Italia usa il corpo delle donne per una becera propaganda politica (di G. Cavalli) / 2. Aborto, in Piemonte verso lo stop alla pillola Ru486 nei consultori: la proposta di Fratelli d’Italia / 3. Aborto con pillola, svolta del ministro Speranza: “Non servirà il ricovero in ospedale e potrà essere assunta fino alla nona settimana di gestazione