Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
  • Politica
  • Home » Politica

    Naufragio di Cutro, Piantedosi alla Camera: “Governo non impedisce i soccorsi, la tutela della vita è la nostra priorità”

    Di Massimiliano Cassano
    Pubblicato il 7 Mar. 2023 alle 14:40

    Sostenuto “al 100%” dal governo”, il ministro degli Interni Matteo Piantedosi riferisce in un’informativa alla Camera (e più tardi al Senato) sul naufragio di Cutro. Sotto accusa per i presunti ritardi nei soccorsi e per le parole che sembravano colpevolizzare le vittime del disastro avvenuto a poche centinaia di metri dalla costa, il titolare del Viminale ha chiarito che “la sensibilità e i principi di umana solidarietà che hanno ispirato la mia vita personale, sono stati il faro, negli oltre trent’anni al servizio delle istituzioni e dei cittadini, di ogni mia azione e decisione”.

    Ha fatto anche riferimento alla gravità della condotta criminale degli scafisti “quando, con commozione, sdegno e rabbia e negli occhi l’immagine straziante di tutte quelle vittime innocenti, ho fatto appello affinché la vita delle persone non finisca più nelle mani di ignobili delinquenti, in nessun modo volendo colpevolizzare le vittime”.

    Piantedosi ha detto che il senso delle sue parole è stato “diversamente interpretato”: alla luce delle sue dichiarazioni, diversi esponenti dell’opposizione, tra i quali anche la neo eletta segretaria del Pd Elly Schlein, chiesero le sue dimissioni dal governo. Il ministro non si sbilancia sulla ricostruzione della dinamica che ha portato ai ritardi nella catena dei soccorsi (“per quella sta indagando la Procura della Repubblica di Crotone. Attenderemo, pertanto, con fiducia e rispetto l’esito degli accertamenti giudiziari”).

    Nei momenti precedenti al naufragio la navigazione “era proseguita fino alle 3.50, allorquando, a circa 200 metri dalla costa, erano stati avvistati dalla barca dei lampeggianti provenienti dalla spiaggia e a quel punto gli scafisti, temendo la presenza delle forze dell’ordine lungo la costa, effettuano una brusca virata nel tentativo di cambiare direzione per allontanarsi dal quel tratto di mare. In quel frangente, la barca, trovandosi molto vicino alla costa ed in mezzo ad onde alte, urta, con ogni probabilità, il basso fondale (una secca) e per effetto della rottura della parte inferiore dello scafo, comincia ad imbarcare acqua”.

    “L’esigenza di tutela della vita – ha aggiunto il ministro – ha sempre la priorità, quale che sia l’iniziale natura dell’intervento operativo in mare. In altre parole, le attività di law enforcement, che fanno capo al Ministero dell’Interno, e quelle di soccorso in mare, che competono al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, esigono la cooperazione e la sinergia tutte le volte che i contesti operativi concreti lo richiedono, e in primis quando si tratta di salvaguardare l’incolumità delle persone in mare”.

    Piantedosi ha spiegato che il governo non ha modificato il quadro normativo nazionale, “peraltro sottoposto a vincoli di natura internazionale con specifico riguardo alla materia del soccorso in mare”: “Dunque – afferma – sostenere che i soccorsi sarebbero stati condizionati o addirittura impediti dal Governo costituisce una grave falsità”. “È essenziale chiarire – ha aggiunto – che l’attivazione dell’intero sistema Sar (ricerca e soccorso, ndr) non può prescindere da una segnalazione di una situazione di emergenza. Solo ed esclusivamente se c’è tale segnalazione, si attiva il dispositivo Sar. Laddove, invece, non venga segnalato un distress, l’evento operativo è gestito come un intervento di polizia, anche in ragione di quanto prima osservato circa la capacità di soccorso delle nostre unità navali. È esattamente quanto avvenuto nel caso in questione”.

    Dal 22 ottobre 2022 al 27 febbraio 2023 l’Italia ha gestito 407 eventi Sar, mettendo in salvo 24.601 persone. Nello stesso periodo, nel corso di 300 operazioni di polizia per il contrasto dell’immigrazione illegale, la Guardia di Finanza ha tratto in salvo 11.888 persone. Per un totale, tra Sar e law enforcement, di 36.489 persone salvate. “Dunque, dati alla mano, è del tutto infondato che le missioni di law enforcement non siano in grado di effettuare anche salvataggi” ha concluso Piantedosi.

    Leggi l'articolo originale su TPI.it
    Mostra tutto
    Exit mobile version