Nell’occhio del ciclone per le parole a margine del sopralluogo sulla spiaggia di Cutro, teatro del tragico naufragio che ha visto la morte di oltre 60 migranti, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi prova a correggere il tiro.
“La disperazione non può mai giustificare condizioni di viaggio che mettono in pericolo le vita dei propri figli”, aveva detto, suscitando la reazione delle opposizioni e della ong Medici Senza Frontiere, che aveva parlato di “ennesimo schiaffo sul volto delle vittime e dei sopravvissuti di questa tragedia”.
Oggi in un’intervista al Corriere della Sera l’ex prefetto di Roma spiega: “Chi scappa da una guerra non deve affidarsi a scafisti senza scrupoli, devono essere politiche responsabili e solidali degli Stati ad offrire la via di uscita al loro dramma”. Ribadisce la linea del governo, e lo farà anche in Parlamento, dove è stato chiamato a rispondere: “Ci siamo mossi sin dal nostro insediamento intensificando i corridoi umanitari con numeri (617 persone) che mai si erano registrati in un così breve lasso di tempo. In soli due mesi abbiamo anche approvato il decreto flussi che consentirà l’ingresso regolare di 83.000 persone”.
E sui presunti ritardi nei soccorsi aggiunge: “Non ce ne sono stati. Sono stati fatti tutti gli sforzi possibili in condizioni del mare assolutamente proibitive. Per questo voglio ringraziare il personale che, mettendo a rischio la propria vita, interviene quotidianamente per salvare i migranti in difficoltà su barchini alla deriva e che navigano in condizioni di grave pericolo.
Molti hanno accostato il decreto anti-ong del governo alla tragedia, ma per Piantedosi “chi fa questa associazione dice il falso, per ignoranza o malafede. È una rotta dove le Ong non ci sono mai state”. L’evento pone nuovamente il tema di un approccio europeo alla questione, come ribadito anche dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
“Intanto – commenta il ministro – confidiamo di ottenere al più presto risultati positivi dalle molteplici iniziative bilaterali che abbiamo avviato con i Paesi della sponda sud del Mediterraneo, di origine e transito dei flussi”.