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    Il ministro Piantedosi telefona a Massimo Giannini: “Le chiedo scusa a nome della Polizia”

    Credit: AGF
    Di Enrico Mingori
    Pubblicato il 25 Mag. 2024 alle 11:25

    Il ministro degli Interni Matteo Piantedosi ha telefonato a Massimo Giannini e si è scusato a nome della Polizia per l’episodio raccontato l’altra sera dal giornalista durante il programma tv Otto e Mezzo, in onda su La7.

    Giannini ha rivelato che una notte di due mesi fa è stato svegliato alle 4 da quattro poliziotti, presentatisi da lui per notificargli una querela per diffamazione. L’editorialista de La Repubblica stava dormendo in un hotel di Milano dopo essere stato ospite del programma Che tempo che fa, durante il quale aveva rivolto dure critiche al Governo Meloni.

    Secondo il giornalista, la visita notturna delle forze dell’ordine è stata un atto intimidatorio verso la stampa che ha avuto una “regia politica”.

    Secondo quanto riporta La Repubblica, nel pomeriggio di ieri il ministro Piantedosi ha telefonato a Giannini: quello che è accaduto “è un fatto oggettivamente molto grave”, ha riconosciuto il capo del Viminale. “Stiamo facendo accertamenti per capire cosa è successo”, ha aggiunto: “Penso sia stato un eccesso di solerzia”. “A nome mio e della Polizia – ha detto Pianteosi a Giannini – le rinnovo le nostre scuse”.

    Il giornalista ha apprezzato la telefonata del ministro: “Il suo – gli ha risposto – è stato un gesto doveroso ma non scontato, visto il clima politico nel quale viviamo e l’approccio arrogante e palesemente intimidatorio di governo e maggioranza verso la libera informazione”.

    La vicenda è arrivata anche in Parlamento. Il deputato di Azione Enrico Costa, ha presentato un’interrogazione in cui parla di episodio “incomprensibile e ingiustificabile”. Costa ricorda che le notifiche giudiziarie, salvo casi particolari, dovrebbero essere eseguite tra le 7 e le 20 anziché in piena notte.

    Anche il senatore del Pd Filippo Sensi interroga il ministro Piantedosi sulla disavventura capitata a Giannini, insieme al caso dei tre cronisti che due giorni fa sono stati fermati e portati in questura dalle forze dell’ordine mentre seguivano un blitz degli ambientalisti di Ultima Generazione.

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