Nel “decreto Ucraina” approvato pochi giorni fa dalla Camera dei deputati c’è un emendamento che impegna il governo ad aumentare la spesa militare italiana fino al 2 per cento del Pil, passando dagli attuali 25 miliardi di euro annui a circa 40 miliardi. L’ordine del giorno è stato presentato dalla Lega, ma è stato sottoscritto da tutte le altre forze di maggioranza più Fratelli d’Italia. Gli unici contrari sono stati i deputati di “Alternativa” e Sinistra Italiana, mentre i parlamentari di LeU si sono astenuti.
Quaranta miliardi all’anno sono una cifra enorme rispetto ai soli 6,9 miliardi di euro che nell’arco dei prossimi 4 anni saranno destinati alla ricerca di base e applicata sulla base del Pnrr, come ha ricordato il presidente del Consiglio Mario Draghi quando si è recato in visita ai laboratori Infn del Gran Sasso lo scorso 16 febbraio. Ma le sfide globali poste dalla pandemia, dal cambiamento climatico e dalla guerra, non possono e non devono essere combattute con la corsa agli armamenti: la ricerca – scientifica e non solo – è sempre più cruciale per lo sviluppo delle conoscenze e del senso critico e merita più risorse. Sottoscrivi la petizione di TPI per dire: “Fate ricerca, non fate la guerra”. Qui il link per firmare la petizione di TPI.
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