Lui non lo sa. Ma se c’è una persona che Sergio Mattarella deve ringraziare o stramaledire per il suo bis al Colle è Ettore Licheri. Chi è costui o meglio chi fu? Fino al 5 novembre scorso capogruppo pentastellato a Palazzo Madama si deve in fondo alla sua capacità di mettersi contro un discreto numero di senatori pentastellati la nascita della prima slavina trasformatasi poi nella valanga di voti che ha regalato un altro settennato a Mattarella. E già, perché i grandi elettori cinquestelle che il 24 gennaio hanno espressero i primi 16 voti a favore dell’inquilino quirinalizio sono praticamente gli stessi che, trovando largo consenso tra i colleghi, avevano lavorato fin dall’estate per accompagnare alla porta Licheri e tutti i suoi alleati di stretta osservanza contiana, Paola Taverna e Vito Crimi in testa.
Un lavoro metodico quello del drappello di senatori indipendenti che non a caso appena chiusa la partita del capogruppo sostituito con Mariolina Castellone hanno iniziato a porre la questione del nuovo presidente della Repubblica da eleggere. Chiedendo di definire per tempo un profilo adeguato ma avendo in fondo già in testa il nome, come spiega a TPI Vincenzo Presutto: «Mattarella non era un candidato tra tanti. Ma…………..