Dopo gli attacchi e le polemiche interne, il segretario del Pd Nicola Zingaretti dice basta e sgombera il campo dall’ipotesi di un congresso anticipato, che avrebbe potuto portare a una nuova leadership del partito. “Il congresso, anzi le primarie le abbiamo tenute nel 2019 e le prossime ci saranno nel 2023“, ha detto il leader durante la direzione Pd dedicata al tema delle donne, durante la quale si sono affrontati anche altri nodi politici.
Dal segretario arriva il sì alle alleanze, anche con M5S, ma senza Giuseppe Conte nel ruolo di federatore del centrosinistra. Gli scenari, infatti, sono molto cambiati rispetto a quando circolava questa ipotesi. Conte non è più premier del governo giallorosso e prenderà le redini del Movimento, una forza politica che sarà probabilmente in competizione col Pd alle prossime elezioni. Ora è diventato capo di un partito in competizione con noi, sebbene dalla stessa parte della barricata, siamo in un’altra fase”, è il ragionamento, riportato da Repubblica.
“È giusto aprire una discussione su di noi, sulla nostra idea e proposta di Paese e questa discussione andrà fatta anche con chiarezza e con franchezza utilizzando gli strumenti che abbiamo, dandoci delle regole, un modo di discutere”, ha detto Zingaretti, che spera ora di riuscire a “trovare un equilibrio” con le minoranze interne entro il 13 e 14 marzo, quando ci sarà l’Assemblea dei mille delegati dem per decidere tempi e forme della convention democratica.
Critico Matteo Orfini, che vorrebbe un congresso sui nomi, sulla leadership: “Chiedere di fare un congresso ora è da marziani ma lo è anche dire che faremo le primarie nel 2023. Ed è anche una incredibile scorrettezza che sono certo Zingaretti vorrà immediatamente correggere”.
“Ma davvero”, chiede Zingaretti, “voi pensate di poter arrivare fino a ottobre con i 5Stelle che si stanno organizzando, si stanno rifondando dandosi una nuova leadership con Conte, con Salvini che usa il potere ma bombarda il quartier generale come ai tempi del Papeete, con Fdi che all’opposizione ma poi si presenta compatto con una falange con il centrodestra alle amministrative?”,
Per pacificare il partito, Zingaretti potrebbe decidere di affidare il ruolo di vice segretaria a un’esponente di Base riformista, la corrente di Lotti e Guerini. I nomi che circolano sono quelli di Simona Malpezzi, ex sottosegretaria di stato ai rapporti con il Parlamento, e di Alessia Morani, ex sottosegretaria allo Sviluppo.
La nuova vicesegretaria potrebbe affiancare Andrea Orlando. Sul tema della parità di genere, la direzione ha approvato all’unanimità l’ordine del giorno, che prevede il rispetto degli equilibri tra i sessi nelle rappresentanze di tutti gli organismi, e la proposta di valutare anche una guida duale del partito, un uomo e una donna.
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