Pd, la polemica sui toscani. E Renzi pensa alla scissione
Nel Pd scoppia una nuova polemica interna: la polemica sui “toscani”. Nell’ala renziana del partito c’è malumore per la mancanza di esponenti dem toscani tra i sottosegretari appena nominati nel Governo Conte Bis. L’ex ministra Maria Elena Boschi va all’attacco: “Spero non sia un modo per colpire Renzi”. E l’ex premier starebbe nuovamente pensando alla scissione, che potrebbe materializzarsi alla Leopolda, l’annuale convention dei renziani a Firenze, la cui prossima edizione è in programma dal 18 al 20 ottobre.
Pd: la polemica sui toscani, Boschi all’attacco
La polemica sulla mancanza di toscani nel governo agita il Pd. La più agguerrita è Maria Elena Boschi, ex ministra, oggi deputata, fedelissima di Matteo Renzi. “Spero che non sia semplicemente un modo per colpire Renzi e il nostro gruppo perché non credo che sia giusto né che se lo meritino i cittadini toscani”, ha osservato l’onorevole aretina durante un evento del Corriere della Sera a Milano.
“La trattativa per la scelta dei sottosegretari come sempre è stata fatta dai segretari di partito, noi non abbiamo fatto nessuna lotta per un posto o una poltrona in più”, ha chiarito Boschi. “Certo, da toscana sono dispiaciuta che non ci sia nessun toscano al governo perché credo che i risultati delle amministrative e delle Europee hanno dimostrato che il nostro è un territorio in cui il nostro partito è forte,capace e con consensi”.
“L’alleanza con il Movimento 5 stelle per le amministrative, una possibilità avanzata da autorevoli esponenti del Paese, mi lascia perplessa e con molto dubbi”, ha poi aggiunto l’ex ministra per le Riforme costituzionali. “Un conto è governare insieme per fare fronte ad un’emergenza vera e propria e altro immaginare insieme un’alleanza più strutturata, di programma”.
All’attacco anche altri esponenti del Pd toscani. “Ottima squadra Pd al governo. Ma pessima l’assenza di esponenti del Pd della Toscana. Incomprensibile per gli elettori che ci hanno premiato alle europee e amministrative, incomprensibile per coloro che voteranno alle prossime regionali in una sfida difficile”, ha scritto su Twitter il deputato livornese Andrea Romano.
“Leggendo la lista dei sottosegretari e viceministri non posso negare la mia profonda delusione e amarezza per la mancanza di nomi toscani del Partito democratico”, ha protesta Simona Bonafè, segretaria del Pd toscano. “Qualcuno a livello nazionale dovrà spiegare ai tanti militanti ed elettori toscani il motivo, ad oggi incomprensibile, per il quale la Toscana non sia stata considerata degna di avere un rappresentante ai massimi livelli”. Bonafé si chiede “se ci sia una purga Renzi che ancora oggi la Toscana deve pagare”.
Pd: la polemica sui toscani, la replica di Zingaretti
Alle proteste dei toscani ha risposto direttamente il segretario del Pd, Nicola Zingaretti. Questi “problemi in Toscana”, ha spiegato il numero uno del partito, “sono figli della coincidenza di tanti criteri, di territori, di competenze, di sensibilità politiche, di genere e di condizioni che alla stretta possono creare problemi”.
“Assicuro che non c’è nessun tipo di discriminazione politica, non era questo e non è mai stato questo l’obiettivo di nessuno”.
Pd: Renzi pensa alla scissione alla Leopolda
La polemica sui toscani ha alimentato nuove voci su una possibile scissione di Matteo Renzi dal Pd. Scissione che potrebbe materializzarsi già tra poco più di un mese alla Leopolda.
“Se rompiamo, rompiamo alla Leopolda”, avrebbe confidato Renzi ai suoi, secondo un retroscena riportato da Repubblica. Pronti a seguire l’ex segretario ci sarebbe una pattuglia che comprenderebbe, a livello parlamentare, non meno di 26 deputati e 5 senatori, guidati da Maria Elena Boschi, Ettore Rosato e Luigi Marattin.
Interpellata sul punto, la stessa Boschi smentisce rotture nel breve termine ma lascia intendere che se il Pd si spostasse troppo a sinistra l’addio non sarebbe così improbabile.
“Il governo non ha nulla da temere dalla Leopolda”, garantisce l’ex ministra. “Noi sosteniamo questo governo che deve dimostrare non ai parlamentari o alla Leopolda, ma a tutti cittadini, che fa delle cose buone nel loro interesse”.
“Non c’è bisogno di ribadire ogni momento la nostra presenza nel Pd, ma è chiaro che se dovessero cambiare le condizioni, si parla d’esempio di un rientro nel Pd di Bersani di D’Alema, credo sia giusto discuterne tra di noi e con Zingaretti”.
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