Il Pd prova a scavalcare Di Maio
Alla vigilia del secondo giro di Consultazioni al Colle, arriva la mossa a sorpresa del Partito democratico che scarica Di Maio. Per sbloccare la trattativa col M5s, il Pd, infatti, prova a scavalcare il leader dei pentastellati Di Maio e a trattare direttamente con Giuseppe Conte. Il nodo da sciogliere è quello del Conte bis, ovvero della possibilità di affidare di nuovo al premier dimissionario la guida dell’esecutivo, stavolta di colore giallorosso. (Qui tutte le news sulla crisi di governo.)
“Qualcuno prenda in mano la situazione”, ha detto Graziano Delrio, capogruppo dem alla Camera, lanciando un appello per portare a termine la difficile trattativa. Appello che sembrava rivolto direttamente a Giuseppe Conte: per sbloccare lo stallo che da questa mattina, 27 agosto, mette a forte rischio la trattativa con il M5S il Pd vuole trattare direttamente con il premier dimissionario. Un modo per far venire allo scoperto le reali intenzioni del capo M5s: per capire se si muove solo per un posizionamento tattico o se pone un problema politico serio contro l’accordo e per capire se le sue mosse rappresentano essenzialmente una iniziativa personale o coinvolgono tutto il movimento.
“Se non dicono sì a Conte è inutile vedersi, sono stanco dei giochini”, avrebbe detto Di Maio ai suoi. E ancora: “E’ un momento delicato e chiediamo responsabilità ma la pazienza ha un limite. L’Italia non può aspettare, servono certezze”. “Colpa della sua ambizione”, replicano i dem, secondo i quali il capo politico dei pentastellati vorrebbe essere ministro dell’Interno.
Nicola Zingaretti e i suoi tengono contatti aperti a tutti i livelli con la controparte, ma il tempo stringe e i due potenziali partner di governo sono in calendario domani pomeriggio al Colle (segui qui la diretta delle Consultazioni). Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella attende e ulteriori richieste di tempo non sembrano possibili. Questione nodale è diventata dunque il ruolo di Di Maio.
L’ultimatum del Pd al M5s
Il Pd ha fissato la cabina di regia della crisi alle ore 16 e prima di quell’ora si attende un segnale dall’inquilino di Palazzo Chigi, un gesto che possa far capire nettamente ai dem che solo con lui si tratta. “Aspettiamo una risposta entro le 16”, è l’ultimatum.