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    Nel Pd non c’è nessuno che si occupa di lavoratori

    Di Enzo Carra
    Pubblicato il 15 Ago. 2021 alle 08:12 Aggiornato il 15 Ago. 2021 alle 10:12

    Nicola Zingaretti non è tornato più sull’argomento e può anche darsi che abbia cambiato idea. Certo quando all’inizio di marzo ha abbandonato la segreteria dei democratici il suo “mi vergogno che nel mio partito si parli solo di poltrone e di primarie” ha lasciato un segno indelebile. Dopo di lui, con la segreteria di Enrico Letta, la causa dell’anatema di Zingaretti cioè le correnti anziché ridursi sono cresciute e c’è chi pensa che cresceranno ancora. Ancora?

    Il correntismo, come si chiamava una volta, ha fatto già male ai partiti della Prima Repubblica, soprattutto alla Democrazia Cristiana tanto che a un certo punto alcuni coraggiosi si misero in testa di combattere le correnti. Per farlo ne crearono un’altra a capo della quale c’era Mario Segni, l’uomo che nei primi tempi della Seconda Repubblica ha avuto in mano le sorti del Paese ma, vinta la battaglia contro le correnti, ha perso quella più impegnativa per il governo. Pazienza. Non ci sarà un’altra volta.

    La situazione del Partito Democratico che ha preoccupato Zingaretti è invece assai meno preoccupante. Le correnti accusate di fomentare scontri sulle poltrone sono tutt’altra cosa. Sono portatrici di valori, di idee e sensibilità diverse, risorse che arricchiscono il loro partito e lo rendono più inclusivo e fascinoso.

    Sarà per questo se l’ultima nata, ma non l’ultima a nascere, si definisce sorgente e che fa una sorgente se non alimentare con la freschezza del suo pensiero il proprio partito? Se poi i dirigenti di queste correnti o sorgenti o come diavolo si vogliano chiamare lavorino anche per proporsi in ruoli di vertice, al governo o altrove, in un momento in cui gli altrove sono infiniti, oppure non debbano neanche fare questo sforzo dato che al governo o in altrovi confortevoli si sono già insediati, di cosa li si può accusare? La politica non ha mai obbligato nessuno al voto di castità.

    Casomai, considerato che il Partito Democratico ha da tempo tradito la “vocazione maggioritaria” alla quale l’aveva formata il fondatore Walter Veltroni ma non quello a sinistra, qualunque cosa voglia dire questa parola, si può eccepire che tra tante correnti fatte di politici e funzionari ci starebbe bene anche una più propriamente sindacale, qualunque cosa voglia dire oggi questa parola.

    Insomma tra correnti che si chiamano Comunità democratica (Serracchiani, Del Rio), Base riformista (ex renziani). Prossima (zingarettiani senza Zingaretti), Leagorà (Goffredo Bettini, Gasbarra), Rigenerazione democratica (Paola De Micheli), Dems (non Dams) (Orlando, Provenzano), Areadem (Franceschini, Sereni) Giovani turchi (Orfini) dovrebbe pure esserci posto per una corrente che si occupi di lavoro e di lavoratori. Hai visto mai che potrebbe aiutare a definire meglio, come laburista, il partito che tanto ha deluso Zingaretti.

    P.S: Promemoria per Enrico Letta. Il partito nel quale si è formato politicamente, la Democrazia Cristiana, al momento di sciogliersi contava “solo” quattro correnti organizzate. Azione popolare, Andreottiani, Area Zac e Forze Nuove.

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