Non si placano i dissidi interni al Governo dopo l’indagine per corruzione contro il sottosegretario della Lega Armando Siri e il caso delle intercettazione della sindaca di Roma Virginia Raggi.
I giallo-verdi, già impegnati in una guerra interna e in uno scontro verbale che va avanti da due giorni, devono però fare i conti anche con gli attacchi esterni.
Il Pd infatti ha deciso di presentare una mozione di sfiducia al Senato contro il Governo: “Conte venga in aula a spiegare lo stato della situazione relativa al sottosegretario Siri”.
“Il braccio di ferro tra Lega e M5S impone al presidente del Consiglio immediati chiarimenti anche sulla reale salute della coalizione. A questo proposito, il Pd deposita una mozione di sfiducia al Governo Conte, perché questo continuo braccio di ferro fra Lega e M5S fa ulteriori danni al Paese”.
A dare la notizia della mozione è stato il presidente dei senatori Pd Andrea Marcucci.
Intanto il Movimento 5 Stelle ha scelto di giocare la carte della legge sul conflitto di interessi, chiedendo alla Lega di accelerare i tempi di approvazione del testo.
“Mi auguro di poter trovare una quadra anche sulla legge sul conflitto di interessi”: ha detto il vicepremier Luigi Di Maio in un’intervista a Repubblica.
“Il Paese lo aspetta da 30 anni. Noi ci stiamo lavorando, spero la votino anche la Lega, il Pd e le altre forze politiche”.
Un concetto rilanciato su Facebook anche dal senatore M5S Gianluigi Paragone; “Alla Lega il cambiamento preoccupa? Vuole tornare con Berlusconi? Speriamo di no. Abbiamo ancora tanto da fare per gli italiani”.
Intanto secondo un’indiscrezione del Corriere della Sera, il leader della Lega Matteo Salvini avrebbe già rivelato ai suoi che a ottobre 2019 si tornerà a votare.
Una data successiva alle elezioni europee, che dovrebbero segnare la vittoria del Carroccio e del suo leader, che a quel punto potrebbe vedere con favore un ritorno alle urne anche in Italia.
Ipotesi che il premier Conte ha categoricamente smentito in un’intervista al Corriere:“Salvini ha una vita davanti a sé per fare il premier, se e quando si creeranno le condizioni. Non in questa legislatura”.