Pd, Malpezzi: “Campo largo? Le scelte di chi ha fatto cadere il governo avranno conseguenze”
“Chi ieri non ha votato la fiducia al governo Draghi ha messo il Paese in una situazione che non meritava”, lo dice a TPI la capogruppo del Pd al Senato Simona Malpezzi nel giorno nero di fine legislatura. All’indomani del mancato voto di fiducia al governo Draghi i dem raccolgono i cocci di un epilogo amaro: il partito su cui puntavano per la costruzione del campo largo, il M5S, ha contribuito alla sepoltura dell’esecutivo di cui erano stati i principali e convinti sostenitori. Fino all’ultimo i dem hanno cercato di salvare le larghe intese, tanto che prima del discorso di Draghi a Palazzo Madama il segretario Enrico Letta si era detto “sereno”: un auspicio di renziana memoria che, anche in questo caso, non ha portato bene.
Persino Forza Italia, che professava fedeltà a Draghi, ha voltato le spalle al governo sposando in extremis la versione della Lega: andiamo con il premier solo senza i grillini. Ma il premier aveva chiesto la fiducia anche ai grillini. E alla fine a votare Draghi sono rimasti in pochi. Alla luce delle dimissioni definitive dell’ex Bce le mosse dei pentastellati, che hanno appiccato l’incendio su cui il centrodestra ha versato benzina, non potranno essere perdonate serenamente: una frattura “difficilmente ricomponibile”, nelle parole del segretario Letta, che avrà per i super responsabili conseguenze serie. Lo confermano nel day after anche gli altri vertici dem. “Ci sono delle responsabilità chiare” dice Malpezzi fuori dal Nazareno dopo la direzione nazionale del Pd.
“Con molta forza abbiamo detto che chi ieri non ha votato la fiducia al governo Draghi ha messo gli italiani in questa situazione, e per noi ha un peso non indifferente”. Se Salvini dunque “ha compiuto il suo gioco, perché non ha mai amato questo governo”, i grillini hanno giocato col fuoco. Tanto che secondo i diversi retroscena Conte alla fine sarebbe stato disponibile ad offrire un appoggio esterno. Ma non è bastato. “Quella di ieri in Parlamento è stata un’azione pericolosa, contro gli italiani, e non perché si va a votare, ma per quello che le elezioni comportano: l’interruzione di un’attività di governo che era fondamentale per posizionare la nostra Italia dal punto di vista economico. Solo il Pd ha mantenuto coerenza per dare risposte forti al Paese”, conclude la capogruppo mentre la sua parabola parlamentare volge temporaneamente al termine, chiarendo che per ora i dem non stanno valutando di salvare il campo facendo largo a Luigi Di Maio, che pure con il Pd condivide l’ira contro i cosiddetti “irresponsabili” e la preoccupazione per il destino del Pnrr. In serata il quasi ex Ministro dice al Corriere della Sera: “All’Italia Draghi serve ancora”. E intanto i principali leader di partito fanno già a gara per apparire in tv: Mattarella ha convocato le elezioni per il 25 settembre inaugurando una inedita campagna elettorale agostana.
A fare eco a Malpezzi anche la sua omologa alla Camera prima che la Camera si sciolga per decreto del Capo dello Stato, Debora Serracchiani, che sul campo largo – diventato, secondo alcuni, già “campo santo” – afferma: “Ci sono delle responsabilità e sono stati fatti errori molto gravi”. Ma alcune ore dopo Giuseppe Conte rivendica il progressismo del suo partito, uscito dalla legislatura decimato, e invita il Pd a riflettere. “Al di là delle formule costruite a tavolino sui giornali, c’è sempre stato un dialogo con il Pd non per operazioni di vertice, ma per convergenza sui programmi, almeno per quanto ci riguarda. Chi vuole lavorare su queste misure non può che ritrovarsi a condividere con noi queste scelte. Spetterà al Pd fare le sue”.