Ora tutti sulle sardine. Quando la politica si ritrova con sul fiato corto succede che la piazza diventi il punto focale del dibattito. Ed è un bene, sì, perché la politica è fatta di partiti e di mobilitazioni, di mobilitazioni che diventano spinta per i partiti e di partiti che dovrebbero rispondere alle mobilitazioni. Se è vero che Salvini ieri a Modena è stato perfino costretto a spostare la sua presenza per non incappare nelle migliaia di persone che manifestavano contro di lui (e alla fine ha dovuto riesumare un post di uno degli organizzatori per buttare tutto sul solito gnegneismo con cui prova a difendersi) è anche vero che il Partito democratico è accorso subito per mettere il cappello alle recenti manifestazioni di piazza intestandosele con sospetta celerità.
Le piazze di Modena e di Bologna però avevano chiesto non ci fosse “nessuna bandiera, nessun partito, nessun insulto”, solo sardine. “Volevamo dare un messaggio: staremo stretti come le sardine, perché saremo in tanti. Il simbolo è un pesce silenzioso che si contrappone ai toni e alla retorica dei comizi populisti”. Una posizione chiara e lineare: le piazze delle sardine non sono la risposta alle politiche di Salvini ma sono un’accorata domanda di chiarezza a cui il Partito democratico (e gli altri partiti) devono rispondere.
Intestarsi la manifestazione delle sardine (secondo il fallace ragionamento che “chi è nemico del mio nemico allora è mio amico”) senza nemmeno provare un po’ di imbarazzo per una mobilitazione che oggi come oggi nessun partito (a sinistra) avrebbe mai la forza di fare è il modo migliore per allargare il solco della rappresentanza. Roba da geni, insomma.
Forse varrebbe ricordare che il compito dei partiti (tutti) è (anche) quello di suggerire manifestazioni di piazza e altre forme di attivismo politico per ribadire le proprie idee: il fatto che quella manifestazione sia stata convocata da quattro amici abbia un impatto assolutamente superiore a quelle convocate dal partito non provoca almeno un minimo di ritegno dai dirigenti del partito? Davvero non accende delle domande sulla fiacchezza della propria spinta politica rispetto alla voglia di agire che c’è qui fuori? Il fatto che esistano molti cittadini coraggiosi di metterci la faccia contro alcune politiche di Salvini e dei suoi compari dovrebbe essere un impegno da parte dei partiti per offrire una visione. È un po’ più complesso del semplice metterci il cappello. No?
Leggi anche: