Il Pd di Nicola Zingaretti, come annunciato ieri dallo stesso segretario, dichiara guerra alle diffamazioni online, alle fake news e alle macchine del fango digitali con un’azione legale senza precedenti.
Centinaia di denunce a singoli utenti e a gestori di pagine e gruppi Facebook e una pagina per inviare link, screenshot e commenti diffamatori contro il Partito Democratico e dei suoi esponenti, il tutto coordinato da un pool di avvocati che lavorerà a stretto contatto con la Polizia Postale.
L’iniziativa – presentata dal vicesegretario dem Andrea Orlando e dal Capo della Segreteria Politica, Marco Miccoli – si è resa necessaria dopo le ultime preoccupanti azioni intimidatorie organizzate da associazioni di estrema destra contro sedi e iscritti a Roma, Fiumicino, Genova, Bergamo e Palermo”. Al Nazareno c’è la convinzione che ci sia un’unica regia tra questi fatti e la diffusione di notizie false sui social network.
In questi ultimi giorni gli attacchi informatici contro il Pd vertono principalmente su due filoni: quello della presa di posizione dei democratici a sostegno del capitano della Sea Watch 3, Carola Rackete e quello sul caso dell’inchiesta giudiziaria sugli affidamenti dei minori a Bibbiano. Sulla prima vicenda le denunce si stanno concentrando principalmente sulla diffusione di due bufale: un presunto conto non pagato dai parlamentari dem in un ristorante di Lampedusa e un fotomontaggio che li ritraeva su un gommone di fronte a una ricca tavola imbandita.
Tra i denunciati anche il consigliere regionale della Lega, Alex Bazzarro, che avrebbe diffuso l’immagine. Sul caso di Reggio Emilia, invece, dal Nazareno sono già partite oltre 150 denunce con richiesta di risarcimento danni contro utenti e pagine web che hanno rilanciato l’hashtag “PDofili”, pagine e account vicini a Lega, Movimento 5 Stelle, CasaPound e varie organizzazioni “sovraniste” come il profilo twitter “Non voto PD” che domenica scorsa ha twittato: “L’abominevole PD che plagiava bambini con l’elettroshock per darli a coppie lesbiche e pederasti è lo stesso Pd che sulla #SeaWatch3 vuol stabilire chi sono i buoni e chi i cattivi. Che facce da culo! #Bibbione #PDofili”.
L’offensiva giudiziaria dem non riguarda solo i singoli utenti: tra le denunce spunta anche la pagina ufficiale del Movimento 5 Stelle che il 30 giugno ha diffuso una card con la scritta: “Pd nel panico, abbiamo chiuso il loro business sui migranti”. Chiesta anche una verifica a change.org che ha ospitato la petizione “firma per sciogliere il Pd” lanciata da un sedicente “Comitato sciogliere il Pd”. La piattaforma si è limitata a chiedere agli organizzatori di fornire delle fonti per giustificare le accuse di “peculato, furto, corruzione, falso, truffa, estorsione, mafia capitale, stupro, ‘ndrangheta. E molto, molto altro…”.
“In queste ore – spiega Miccoli – stiamo lavorando su tre fronti: una denuncia alla procura sul sistema automatico che fa partire centinaia di tweet con lo stesso hashtag tramite profili fake e boot, una denuncia alle parti politiche che sostengono, creano e rilanciano le fake news e centinaia di denunce a singoli con richieste di risarcimento. Da oggi è attiva una pagina web per le segnalazioni (www.partitodemocratico.it/segnalazioniweb) a cui sarà possibile inviare i link di tutte le diffamazioni che saranno visionate dagli avvocati”, spiega.
” Stiamo inoltre lavorando su una piattaforma web da cui sarà possibile seguire l’iter giudiziario delle denunce. Siamo stupiti delle reazioni di alcuni organi di informazione e di alcuni esponenti del M5S che criticano l’iniziativa. Qui nessuno vuole mettere un bavaglio alla rete, ma non si può consentire un uso criminale della stessa. Le fake news sono una piaga che va estirpata, basti pensare che il procuratore capo di Reggio Emilia è stato costretto a dire che il sindaco di Bibbiano è accusato solo di abuso d’ufficio e non è assolutamente coinvolto nei singoli fatti riguardanti gli affidamenti dei minori. Noi non ci sogneremmo mai di dire che il Movimento 5 Stelle è un partito di pedofili perché finanziava l’associazione coinvolta nell’inchiesta. Al contrario, in Italia e all’estero ci sono partiti politici che sono mandanti morali di questo inquinamento delle vite democratiche dei paesi”, prosegue Miccoli.
“Nella campagna di aggressione e di odio – aggiunge Andrea Orlando – c’è un filone più ‘soft’ di chi dal Governo o da ambienti vicini al Governo mette in relazione il sistema dell’accoglienza dei migranti a quello delle cooperative delle case di accoglienza per i minori. Chi oggi governa le istituzioni dovrebbe invece preoccuparsi di combattere questi attacchi perché essi non sono un problema che riguardano solo le istituzioni ma la qualità della vita democratica del paese”.
Oltre alle azioni legali, il Pd chiederà anche un incontro alle società che gestiscono i social network per capire come poter agire in sinergia per contrastare sia la diffusione delle fake news che il proliferare di campagne di odio e disinformazione spesso organizzate da gruppi politici di estrema destra e organizzazioni che fanno riferimento ad altri paesi come la Russia.