È durato un battito di ciglia l’appello di Mario Draghi ai ministri a parlare solo con i fatti. Nelle ore cruciali in cui prepara il discorso sulla fiducia in Parlamento, la larghissima maggioranza di cui dispone è già piena zeppa di conflitti, accuse reciproche, distinguo. E non è finita qui, perché d’ora in poi scordatevi il Pd in difesa del Governo Draghi come è avvenuto con il Conte II.
“Quello aveva la nostra maggioranza. Questo è il governo di tutti. Quindi si torna a far politica e a far presente ogni cosa che non va bene”, sottolineano dal Pd. E tornare a far politica per Zingaretti significa anche incontrare il leader della Lega Matteo Salvini come è accaduto ieri sera alla Camera. Per parlare di riforme costituzionali, dell’attività del governo e di quanto potrà durare prima di tornare al voto.
Zingaretti e Salvini, a quanto siamo in grado di rivelare, si erano già sentiti durante la formazione del Governo Draghi, quando avevano capito che l’ex capo della Bce aveva messo il veto sul loro ingresso al governo. “E allora si torna a far politica, ognuno ha le mani libere” devono aver pensato i due. Molto infastiditi dal niet di Super Mario (Zingaretti pare anche perché nel suo partito nessuno avrebbe spinto e appoggiato la sua nomina a ministro).
Insomma, torna la politica. Quella dei Partiti con la P maiuscola. E che dal Nazareno sconti a palazzo Chigi non si faranno più lo si è capito quando sempre ieri lo stesso Zingaretti ha usato toni decisi per chiedere a Draghi di fare presto per tirare fuori le indennità per gli operatori della montagna bloccati dal nuovo stop del Ministro Speranza. E siano solo all’inizio, giurano i Dem. Per SuperMario non sarà una passeggiata.
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