Pd diviso su ipotesi Conte bis: Zingaretti contro Renzi
Il Pd diviso sull’ipotesi di un Conte-bis: Nicola Zingaretti e Matteo Renzi sempre più distanti sull’atteggiamento da tenere in questa crisi di governo. Matteo Renzi è stato il primo a proporre di trovare una soluzione per un “governo no tax” che permettesse di superare la crisi di governo aperta da Matteo Salvini. Un accordo con il Movimento 5 stelle per ridimensionare “la follia” del leader della Lega e non precipitarsi al voto.
Oggi, a consultazioni aperte però, Renzi sembra restare in disparte. “Non farò parte di un governo Pd-M5s”, ha dichiarato, il giorno in cui la crisi si è aperta formalmente con le dimissioni del premier Giuseppe Conte. Il punto è che, pare, di Renzi non si fidano né i suoi colleghi di partito, il Partito democratico, né i pentastellati.
“La proposta di Renzi, cioè quella di un governo istituzionale di breve durata, non ha ricevuto alcun tipo di reazione nel M5S – ha detto il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, al Messaggero. – Perché, credo, che i grillini non si fidino di lui. Sfido a trovare una dichiarazione di un esponente politico che gli abbia detto di sì. Nessuno ha risposto alla sua sollecitazione”. Poi si intesta la trattativa per un governo di ampio respiro col Movimento 5 stelle: “Dopo la direzione, c’è un ragionamento aperto. Tutto grazie alla nostra proposta forte e cristallina che mette i grillini davanti a una scelta di campo. Ma che soprattutto, allo stesso tempo, dice che il Pd non ha paura di tornare al voto. Senza un governo forte e con obiettivi evidenti per noi ci sono solo le urne”.
Verso un accordo Pd-M5s
La strada di un accordo tra Pd e M5s resta stretta perché si è cominciato a discutere subito sul ruolo di Conte. Renzi apre ad un Conte bis, Zingaretti frena, anche se i pontieri rivelano che l’attuale presidente del Consiglio resta un’opzione sul campo. El timore dei fedelissimi di Zingaretti è che l’ex premier, magari a pochi mesi dalla nascita del governo, possa dar vita a propri gruppi parlamentari, diventando di fatto un interlocutore di primo piano dell’alleanza giallo-rossa. “Sarà Franceschini a convincere Zingaretti”, dicono i renziani.
Le consultazioni al Quirinale saranno lampo ma tra i partiti si affaccia – fanno presente fonti parlamentari – anche l’ipotesi che le trattative possano andare avanti per settimane. Chiudendo di fatto la finestra del voto anticipato ad ottobre e portando il Paese alle urne nel prossimo marzo. A quel punto sarebbe un governo di transizione insediato personalmente dal presidente della Repubblica a varare la legge di bilancio.