La Camera vota a favore della cittadinanza italiana a Patrick Zaki
La Camera ha approvato all’unanimità la mozione che chiede al governo di conferire la cittadinanza italiana a Patrick Zaki, lo studente egiziano accusato di propaganda sovversiva e detenuto in patria in attesa di processo dal febbraio 2020.
La mozione, approvata nella mattinata di mercoledì 7 luglio 2021 con 358 voti a favore e la sola astensione dei deputati di Fdi, chiede all’esecutivo di “avviare tempestivamente mediante le competenti istituzioni le necessarie verifiche al fine di conferire a Patrick George Zaki la cittadinanza italiana”.
Nel testo, inoltre, si chiede al governo di “continuare a monitorare, con la presenza in aula della rappresentanza diplomatica italiana al Cairo, lo svolgimento delle udienze processuali a carico di Zaki e le sue condizioni di detenzione”.
Nella mozione, l’esecutivo è chiamato “a continuare a sostenere, nei rapporti bilaterali con l’Egitto e in tutti i consessi europei ed internazionali, l’immediato rilascio di Patrick Zaki e di tutti i prigionieri di coscienza: difensori dei diritti umani, giornalisti, avvocati e attivisti politici finiti in carcere solo per aver esercitato in modo pacifico i loro diritti fondamentali”.
Il governo, inoltre, sempre secondo quanto si legge nella mozione approvata alla Camera, deve “continuare ad adottare iniziative affinché le autorità egiziane rispettino i diritti alla libertà d’espressione, di associazione e di manifestazione pacifica e spezzino il circolo dell’impunità per le gravi violazioni dei diritti umani in corso nel Paese”.
La mozione per conferire la cittadinanza italiana a Patrick Zaki era già stata approvata dal Senato lo scorso 14 aprile con 208 voti favorevoli, 33 astenuti e nessuno contrario.
Anche in quel caso ad astenersi erano stati i parlamentari di Fratelli d’Italia, che, attraverso le parole del capogruppo Alberto Balboni, avevano motivato così la scelta: “Siamo convinti che per raggiungere l’obiettivo della sua liberazione la strada da seguire sia quella della diplomazia”.
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