Il progetto di Beppe Grillo: un partito nuovo guidato da Giuseppe Conte
L’epoca dei “vaffa” appartiene al passato. Ora è il tempo della responsabilità. E allora il M5S si appresta a cambiare definitivamente pelle. Beppe Grillo ha in mente un piano: completare la trasformazione dei Cinque Stelle da movimento anti-sistema a partito maturo, moderato e aperto alle istanze liberali come a quelle socialdemocratiche. E affidarne la guida a Giuseppe Conte.
Nei giorni scorsi Marco Antonellis su TPI ha raccontato dei contatti avuti fra i due negli ultimi giorni, con il fondatore del Movimento che avrebbe assicurato al premier dimissionario un posto di rilievo nella dirigenza pentastellata, fino ad assumere il doppio incarico di doppio leader: del M5S e dell’intero centrosinistra.
Del progetto di Grillo parla oggi anche il quotidiano La Stampa in un articolo, firmato da Ilario Lombardo, intitolato “Un nuovo partito post-M5S. Il fondatore: Conte leader”. “Secondo quanto raccontano fonti del M5S e del Pd, Grillo ne ha parlato con Conte, perché pensa che sia lui l’uomo giusto per traghettare il Movimento verso la sua ultima e forse definitiva metamorfosi”, si legge nell’articolo.
In termini di contenuti politici, il piano del fondatore del Movimento poggerebbe su una parola chiave: “sostenibilità”. Non sarebbero un caso i continui riferimenti dello stesso Conte, negli ultimi tempi, a una “coalizione dello sviluppo sostenibile”. E un altro indizio in questo senso arriva dall’articolo pubblicato ieri da Grillo sul suo blog, nel quale viene illustrato una sorta di mini-piano canvprogrammatico, in cui spicca l’istituzione di un “Consiglio superiore dello sviluppo sostenibile”.
Da mesi si parla della possibile nascita di un nuovo partito guidato da Giuseppe Conte. Da Palazzo Chigi hanno sempre smentito, ma le voci non si sono mai placate e con l’esplosione della crisi di governo si sono fatte sempre più insistenti.
Di fronte allo strappo di Matteo Renzi, la prima contromossa di Conte è stato il tentativo di affidarsi a una pattuglia di parlamentari “responsabili”, che – secondo molti analisti e anche in virtù di qualche ammissione dei diretti interessati – avrebbe potuto costituire l’embrione di un nuovo partito imperniato sulla figura dell’avvocato di Volturara Appula.
Quel tentativo è poi fallito e Conte è stato costretto alle dimissioni. Ma non è affatto uscito di scena. Subito dopo aver ricevuto da Mattarella l’incarico a formare un nuovo governo, Mario Draghi ha avuto un lungo colloquio con il premier dimissionario.
E il giorno dopo Conte ha tenuto un’inusuale conferenza stampa davanti a Palazzo Chigi nella quale ha auspicato la nascita di un governo politico e ha rivolto un messaggio “agli amici del Movimento”: “Io ci sono e ci sarò”, ha assicurato l’ormai ex presidente del Consiglio, sottolineando anche l’importanza di dare continuità all’alleanza strategica con Pd e Leu.
Ieri, sabato 6 febbraio, poco prima che la delegazione M5S fosse ricevuta dallo stesso Draghi per le consultazioni, Conte ha partecipato a un vertice pentastellato a Montecitorio insieme ad altri big, tra cui Grillo, Di Maio e Davide Casaleggio, presidente dell’associazione Rousseau.
Prima di entrare alla riunione i giornalisti hanno chiesto a Conte se sarà lui il nuovo leader del Movimento e lui ha risposto: “Non mi risulta”. Di Maio ha invece commentato la partecipazione al summit del premier dimissionario con un “la famiglia si allarga” che a molti è suonato come una benedizione per la futura leadership.
Poche ore dopo, riferendo alla stampa dopo le consultazioni con Draghi, il capo reggente del M5S Vito Crimi – che nei giorni precedenti aveva detto un categorico No al nuovo governo guidato dall’ex Bce – ha dichiarato che i Cinque Stelle sono pronti a far parte dell’esecutivo auspicando che si tratti un “governo politico” a partire dalla precedente maggioranza giallorossa.
Secondo alcune indiscrezioni di stampa, Conte potrebbe entrare come ministro nella squadra di Draghi. Altri lo vedono come prossimo candidato sindaco a Roma della coalizione M5S-Pd-Leu.
Nell’ultimo anno i vertici dem hanno più volte rimarcato la centralità della figura di Conte come federatore della coalizione. L'”avvocato del popolo” – di formazione cattolica – viene descritto come un nuovo Romano Prodi da piazzare alla guida di in una sorta di Ulivo 4.0 con la partecipazione dei Cinque Stelle.
Conte, insomma, sembra destinato a restare in politico con un ruolo di primo piano. Nelle prossime settimane – o forse già nei prossimi giorni, visto che martedì si decide sulla nuova leadership collegiale del M5S – sapremo se sarà il nuovo leader del nuovo Movimento 5 Stelle.
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