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    Messaggi antisemiti, Paolo Signorelli si dimette da portavoce del ministro Lollobrigida

    Credit: AGF
    Di Enrico Mingori
    Pubblicato il 11 Giu. 2024 alle 10:00 Aggiornato il 11 Giu. 2024 alle 10:03

    Paolo Signorelli si dimette dalla carica di portavoce del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida. Lo ha annunciato lui stesso oggi, martedì 11 giugno, in un’intervista rilasciata al quotidiano Il Foglio dopo le polemiche per i suoi messaggi privati dal contenuto antisemita e simpatizzante nei confronti di esponenti della malavita e dell’eversione nera.

    “Ho deciso di dimettermi da portavoce del ministro Lollobrigida. L’ho fatto per me e per la mia famiglia, per non danneggiare il governo. Non voglio fare assolutamente la vittima, ma è giusto per tutti che ora mi faccia da parte”, spiega.

    Le chat che lo hanno costretto alle dimissioni erano state pubblicate nei giorni scorsi dal quotidiano La Repubblica, che le aveva scovate nelle carte dell’indagine sull’omicidio di Fabrizio Piscitelli, detto “Diabolik”, il capo ultrà della Lazio, estremista di destra e trafficante di droga, ucciso a Roma il 7 agosto 2019.

    Proprio scambiandosi messaggi con Piscitelli, Signorelli si era lasciato andare a espressioni antisemite come “mortacci loro e degli ebrei” e aveva manifestato vicinanza a criminali come il boss della droga romana Elvis Demce e i terroristi di estrema destra Valerio Fioravanti, Pierluigi Concutelli, Luigi Ciavardini e Mario Tuti [Qui i contenuti delle chat]. Frasi irrilevanti dal punto di vista legale, ma pesanti come un macigno sotto il profilo politico.

    Le conversazioni risalgono a un periodo compreso tra la fine del 2018 e la morte di “Diabolik”. “Era un’altra fase della mia vita, quello era un altro Paolo: sono notizie che parlano di un tempo lontano a cui non faccio riferimento e in cui non mi riconosco in nessun modo”, prova a spiegare il 38enne ormai ex portavoce del ministro Lollobrigida, che porta lo stesso nome di suo nonno, Paolo Signorelli, ideologo neofascista morto nel 2010, tra i fondatori di Ordine Nuovo.

    “Il passato non si rinnega, anche se si commettono errori”, continua. “Ma da persona matura non sono più vicino ad ambienti che per tanti motivi ho frequentato”. “Sono un ex calciatore, vengo da una storia famigliare che non rinnego e pur rimanendo un tifoso della Lazio da anni non vado in curva”.

    Signorelli ieri ha incontrato Lollobrigida e gli ha comunicato il passo indietro, dopo che già nei giorni scorsi si era autosospeso: “Questa bufera – spiega – mi impedisce di continuare a fare il mio lavoro, così ho rassegnato le dimissioni che il ministro ha accettato. Lo ringrazio per la vicinanza alla mia famiglia e la conferma della stima nei miei confronti. Ringrazio Giorgia Meloni, Arianna e tutti coloro i quali ho avuto il piacere di lavorare”.

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