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    Paolo Savona e il “piano segreto” per uscire dall’euro

    Paolo Savona, in una foto scattata nel 2008. Credit: Fabio Frustaci

    Il "piano B", di cui si è discusso alcuni anni fa in un convegno a cui era presente Savona, propone di condurre i primi negoziati in segreto, senza comunicare nulla ai cittadini o ai media

    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 28 Mag. 2018 alle 07:17 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 02:22

    Paolo Savona uscita euro

    “Se un giorno uno storico scoprisse che un Piano B non era stato predisposto sicuramente non darebbe un giudizio positivo sugli uomini che non lo predisposero, perfino nel caso in cui non fosse mai applicato”.

    Sono le parole riferite da Paolo Savona, economista che Lega e M5S volevano al ministero delle Finanze nel governo Conte e che Mattarella si è rifiutato di nominare. Le frasi sono riportate in un articolo del 2015 del sito scenarieconomici.it: lo stesso sito che nel primo pomeriggio di domenica 27 maggio ha pubblicato una nota in cui Savona rispondeva a chi lo definisce antieuropeista (qui la nota completa).

    Paolo Savona è stato soprannominato “il professore anti-euro” per la sua posizione critica nei confronti della moneta unica e, in generale, nei confronti dell’Unione europea (qui un profilo completo).

    Proprio queste posizioni, tuttavia, lo rendono sgradito ai partner europei e in particolare alla Germania, che secondo Savona “non ha cambiato la visione del suo ruolo in Europa dopo la fine del nazismo”.

    Il piano segreto per l’uscita dall’euro

    Il 5 ottobre 2015 il sito scenarieconomici.it ha pubblicato alcune slides relative a un convegno intitolato “Guida pratica all’uscita dall’euro”, cui ha partecipato anche Paolo Savona.

    Questo si deduce da una frase riportata alla fine dell’articolo:

    Speriamo che questo piano possa essere giudicato con imparzialità ed intelligenza. Come qualsiasi opera umana il Piano B per l’Italia è passibile di :

    a) Miglioramenti

    b) Adattamenti a mutate condizioni ambientali.

    Rimane comunque la necessità di avere un Piano B, perché la sua assenza non è un segno di fiducia, ma di un comportamento improvvido e superficiale. Come ha detto durante il convegno il Professor Savona, se un giorno uno storico scoprisse che un Piano B non era stato predisposto sicuramente non darebbe un giudizio positivo sugli uomini che non lo predisposero, perfino nel caso in cui non fosse mai applicato.

    Il cosidetto “piano B” riguarda la pianificazione dell’uscita del nostro paese dall’eurozona, con l’abbandono della moneta unica, ma non dell’Unione europea.

    Le informazioni contenute nel piano che stanno facendo maggiormente discutere sono quelle relative alla “gestione politica” dell’uscita dell’Italia dall’euro.

    In particolare, per “gestire la decisione” il piano propone di condurre i primi negoziati in segreto, senza comunicare ai cittadini o ai media che si stia lavorando a portare il Paese fuori dalla moneta unica.

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