Palamara: “La sinistra orienta la magistratura”
“La magistratura è in evoluzione, bisogna essere realisti, c’è stata un’evoluzione rispetto agli anni ’70. La magistratura è composta da 9mila persone che nei fatti sono una comunità che risente del cambiamento della società. Quello che avviene nella società si riflette anche nel comportamento della magistratura. Quanto questo si riflette sull’esercizio della giurisdizione va valutato con riferimento a tematiche sensibili, è indubbio che la parte più caratterizzata ideologicamente è quella della sinistra giudiziaria che però non riguarda la totalità dei magistrati ma solo una parte definita. È indubbio che quella parte è preponderante, con una forte capacità di orientamento”. Lo ha detto il magistrato Luca Palamara nel corso dell’intervista con il direttore di TPI.it Giulio Gambino durante la terza serata del TPIFest!, a Sabaudia. “A volte ti viene da pensare che la stampa non sia libera, è importante l’indipendenza della stampa così come quella della magistratura. Ho grande fiducia che la generazione dei giovani possa dare al paese una stampa libera”, ha continuato l’ex membro del Csm.
“Se tornassi indietro non rifarei le stesse cose, eviterei questo meccanismo di relazioni e sarei molto più netto su reiterate e numerose richieste di raccomandazione che hanno caratterizzato la mia persona in quegli anni, mi sono pentito”, ha aggiunto Palamara, che è sotto inchiesta a Perugia. “Il mio è un ruolo che rischia di inghiottirti, che ti esaspera e ti fa perdere il contatto con la realtà e rispetto al quale la mia capacità relazionale si favoriva. Stiamo parlando di un meccanismo di individuazione del miglior dirigente sulla base di un accordo. In magistratura così come in politica e nei giornali. In Italia tutte le nomine avvengono su questa base”.
Poi Palamara ha spiegato: “Non bastano solo le carte, spesso i curriculum sono sovrapponibili. Bisogna raccogliere maggiori informazioni e raggiungere accordi per favorire la situazione migliore perché se nel sistema delle correnti ogni corrente dice ‘io devo mettere uno qui e io uno li'”.