Open Arms, Salvini rinviato a giudizio: “A processo a testa alta”
Il leader della Lega Matteo Salvini è stato rinviato a giudizio per il caso Open Arms: lo ha stabilito il giudice dell’udienza preliminare Lorenzo Jannelli dopo due ore di camera di consiglio.
Per l’ex ministro dell’Interno, accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio, il processo avrà inizio il prossimo 15 settembre davanti alla seconda sezione del tribunale di Palermo.
“La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino”. Articolo 52 della Costituzione. Vado a processo per questo, per aver difeso il mio Paese? Ci vado a testa alta, anche a nome vostro. Prima l’Italia. Sempre”. Così Matteo Salvini sui social subito dopo aver ricevuto la notizia del rinvio a giudizio.
“Salvini rinviato a giudizio con l’accusa di sequestro di persona e rifiuto atti d’ufficio. Felici per tutte le persone che abbiamo tratto in salvo durante la Missione65 e in tutti questi anni. La verità del Med è una, siamo in mare per raccontarla”. È questo, invece, il commento di Open Arms alla vicenda.
Salvini è stato rinviato a giudizio per aver bloccato in mare la nave della Ong spagnola bloccata con 107 migranti a bordo per 19 giorni nell’agosto 2019 quando ricopriva il ruolo di ministro dell’Interno.
Secondo l’accusa Salvini avrebbe agito in totale autonomia e in contrasto con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Il leader della Lega, invece, ha sempre sostenuto che la nave sarebbe dovuta attraccare a Malta, in Spagna o in Tunisia poiché “l’Italia non aveva alcuna competenza e alcun obbligo con riferimento a tutti i salvataggi effettuati dalla nave spagnola Open Arms in quanto avvenuti del tutto al di fuori di aree di sua pertinenza”.
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