Una giornata decisiva nella vicenda Salvini Open Arms: oggi, martedì 26 maggio 2020, alle ore 9 si è riunita la Giunta delle autorizzazioni a procedere del Senato per decidere se dare il suo via libera al processo per l’ex ministro dell’Interno. Il leader della Lega è accusato dal tribunale dei ministri di Palermo di sequestro di persona e di rifiuto di atti di ufficio per aver bloccato per giorni 150 migranti a largo della costa sulla nave della Ong spagnola prima dello sbarco a Lampedusa, nell’agosto scorso.
La Giunta per le immunità del Senato ha deciso: no all’autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini per la vicenda Open Arms, la nave della Ong spagnola trattenuta al largo delle coste siciliane nell’agosto dello scorso anno con a bordo 150 migranti. La relazione con cui il presidente della Giunta, Maurizio Gasparri, ha proposto di respingere la richiesta dei magistrati di Palermo è stata accolta da 13 componenti della Giunta su 23.
Contrariamente a quanto avvenuto per il caso della nave Gregoretti, Italia Viva, con una mossa inattesa – anche se alcune fonti riportano a TPI che questa scelta fosse nell’aria già da ieri – ha deciso di non partecipare al voto. “Italia Viva ha deciso di non partecipare al voto sulla vicenda Open Arms: ci rimettiamo dunque all’aula. Non c’è stata a nostro parere un’istruttoria seria, così come avevamo richiesto sia in questo caso che nella precedente vicenda Gregoretti: era necessario ricevere indicazioni sui rischi reali di terrorismo e sullo stato di salute riguardo alle imbarcazioni bloccate in mare dall’ex ministro dell’Interno, che non sono arrivate”.
“L’astensione di IV e il voto di Giarrusso e forse Riccardi a favore della relazione di Governo non lasciano dubbio circa l’esito”, riportavano fonti del governo a TPI. Una decisione, quella di Italia Viva, che di fatto ha salvato il capo leghista, che dalla sua parte ha già dodici voti sicuri (5 della Lega, 4 di Forza Italia, 1 di Fratelli d’Italia, 1 delle Autonomie e quasi sicuramente il voto dell’ex M5s Mario Giarrusso, considerato fino a questa mattina l’ago della bilancia ma a questo punto non più determinante) contro 8 a favore del processo (Anna Rossomando del Pd, Pietro Grasso di Leu, Gregorio De Falco del Misto e i cinque senatori M5s, sebbene con un paio di incerti). “Un decisione dal sapore solo politico”, commenta Gregorio De Falco a TPI.
Alessandra Riccardi, componente della Giunta per le immunità del Senato, ha annunciato voto in dissenso dal gruppo del Movimento 5 stelle sulla richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini per la vicenda Open Arms.
La parola finale spetterà comunque all’Aula, che entro fine giugno dovrà pronunciare il verdetto definitivo. La Giunta per le autorizzazioni a procedere del Senato si è già espressa su Salvini per altre due simili vicende. Per il caso Diciotti la richiesta di processo fu respinta, durante il governo Conte I sostenuto da Lega e M5S. Più avanti, per il caso Gregoretti, la richiesta venne accolta con il voto decisivo di Italia Viva che votò come per la Diciotti a favore dell’autorizzazione al processo contro Salvini. Il processo per la Gregoretti a causa dell’emergenza Coronavirus è slittato da luglio a ottobre.
Le motivazioni di Italia Viva
“La motivazione principale per cui Italia Viva decide di non partecipare al voto – ha spiegato il parlamentare di Iv – di risiede però nel fatto che, dal complesso della documentazione prodotta, non sembrerebbe emergere l’esclusiva riferibilità all’ex Ministro dell’Interno dei fatti contestati. Diversamente, pare che le determinazioni assunte da quest’ultimo abbiano sempre incontrato, direttamente o indirettamente, l’avallo governativo. Numerosi sono dunque i dubbi che ancora oggi residuano in riferimento al caso Open Arms. Sarebbe stato opportuno che tali incertezze venissero chiarite mediante un’attività istruttoria ulteriore. Dunque, allo stato dell’arte, Italia Viva, coerentemente con le posizioni tenute nelle precedenti votazioni, ed in mancanza degli elementi istruttori richiesti, decide di non partecipare al voto”.
Il voto in Aula a fine giugno
Più che il merito della scelta su Salvini, che così si salva in Giunta sulla Open Arms ma in aula quando ci sarà il voto sulla richiesta dei magistrati di processarlo per sequestro plurimo di persona difficilmente uscirà indenne, conta l’avvertimento politico che Renzi ha voluto dare a Conte. E allora si riaprono le ostilità. Come dice Michele Anzaldi: “Questo è un governo in preda all’annuncite, vedi il pasticcio sui volontari civici. Conte e Boccia non hanno capito che gli italiani vogliono risposte concrete, e non le vedono né sulla sanità né sulla scuola né sul turismo né su tutto il resto”.