Il premier Giuseppe Conte assicura che sul caso dell’omicidio Regeni il Governo vuole la verità e farà tutto ciò che è necessario per ottenerla. Ma di ritirare l’ambasciatore italiano in Egitto non si parla.
“C’è la possibilità di celebrare un processo italiano, con le nostre regole e garanzie, per assicurare la verità, che anche dagli ultimi dettagli emersi è stata efferata, cruenta e crudele”, ha dichiarato Conte durante una conferenza stampa a Bruxelles, a margine del Consiglio europeo. “Sarà un processo credibile di rilievo internazionale, noi vogliamo la verità e continuiamo a operare come Governo tutti i passi necessari e valuteremo ogni altra iniziativa che possa essere, in questa logica, utile e comunque complementare rispetto all’obiettivo”.
La posizione del premier è sovrapponibile a quella del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio: “Il dialogo tra la procura di Roma e quella egiziana è stato un passo avanti, ma evidentemente non basta”, ha dichiarato il capo della Farnesina. “Quanto descritto dalla magistratura italiana su Giulio è inquietante. Chiediamo al Cairo un chiaro cambio di passo. Basta tentennamenti. Basta attese”.
E così l’unica iniziativa istituzionale italiana annunciata per ora è quella del presidente della Camera, Roberto Fico, che ha confermato l’interruzione dei rapporti diplomatici fra Montecitorio e il Parlamento egiziano. “Siamo sconcertati da quanto scritto dai procuratori della Repubblica di Roma perché sono accuse alla sicurezza nazionale egiziana gravissime”, ha sottolineato Fico. “Sappiamo che Regeni è stato seguito e intercettato per 40 giorni, sequestrato, mantenuto prima in una caserma e poi in una stanza, la numero 13, del ministero degli Interni egiziano. Questa situazione è di una gravità assoluta e tutto il popolo italiano è profondamente indignato”.
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